Vaticano, via libera a una nuova caserma della Guardia Svizzera del costo di 43 milioni di euro

Vaticano, via libera a una nuova caserma della Guardia Svizzera del costo di 43 milioni di euro
Città del Vaticano  - Via libera delle autorità vaticane alla demolizione di tre edifici ottocenteschi situati nel piccolo Stato e alla costruzione di due...

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Città del Vaticano  - Via libera delle autorità vaticane alla demolizione di tre edifici ottocenteschi situati nel piccolo Stato e alla costruzione di due caserme moderne e funzionali in grado di ospitare l’esercito del Papa. Una fondazione svizzera istituita ad hoc sta raccogliendo il capitale necessario per la maxi operazione edilizia che è appena stata approvata dal cardinale Pietro Parolin.


Il costo complessivo dell’opera si aggira attorno ai cinquanta milioni di franchi svizzeri  (poco più di 43 milioni di euro). I tre edifici che verranno totalmente abbattuti  e smantellati attualmente hanno grossi problemi di umidità perché non sono mai stati risanati.  La superficie interessata è di 14.200 metri quadri e un volume di 50.000  metri cubi. «Abbiamo da poco ricevuto il via libera dal cardinale Pietro Parolin», ha dichiarato il presidente della fondazione Jean-Pierre Roth, in una intervista apparsa oggi sulle pagine del quotidiano La Liberté e rilanciata dall’agenzia svizzera Ats. Era da tempo che la Guardia Svizzera progettava di rinnovare la caserma nel frattempo diventata troppo piccola. Servono spazi supplementari per le famiglie delle guardie svizzere, che aumenteranno da 110 a 135.  A lavori ultimati, il sito non dovrebbe contare più di due immobili. «Il vicolo interno dopo Porta Sant’Anna diventerà il corridoio del nuovo edificio», spiega ancora Roth.

Il cantiere dovrebbe durare quattro anni e l’entrata in servizio della struttura è prevista non prima del 2023. Nel frattempo, le guardie pontificie alloggeranno altrove. Ad occuparsi del progetto sarà uno studio d’architettura ticinese, Durisch+Nolli, con sede a Lugano. «Non abbiamo indetto un concorso per carenza di mezzi finanziari. La abbiamo scelta perchè ha esperienza nella ristrutturazione di edifici religiosi».
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Il Messaggero