Guardie giurate sul piede di guerra. Il motivo? La visita medica biennale per il rinnovo del porto d'armi. Fino a un mese fa la procedura costava complessivamente circa 50...
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«I Ministri dell’Interno Salvini e del Lavoro Di Maio devono trovare una soluzione al problema del rinnovo dei porto di pistola delle guardie giurate - spiega Vincenzo Del Vicario del Savip -, un problema creato da scelte poco accorte dall’amministrazione della Pubblica Sicurezza. Esclusi i medici della Polizia e Militari il rilascio dei certificati è affidato esclusivamente alle Asl e agli ospedali militari: è stato creato un “collo d’imbuto” che rallenta e rende costosissima la procedura».
Le guardie giurate chiedono - spiega il sindacalista - pertanto, di avere un trattamento pari a quello dei poliziotti e carabinieri, che non risulta siano “vessati” con così approfonditi controlli ogni due anni, sborsando tra i 250 e gli oltre 400 euro, senza certezze e nella discrezionalità assoluta dei medici delle Asl.
«Ciò comporta - dice Del Vicario - non solo imprevedibilità dei tempi per il rinnovo del porto d’armi, ma anche, come avvenuto in taluni casi, la sospensione del rapporto di lavoro (e dallo stipendio) di chi senza alcuna colpa non riesce a ottenere le certificazioni in tempo utile per il rinnovo. Mentre censuriamo scelte ministeriali compiute da chi non conosce la realtà territoriale, chiediamo che siano sospese queste nuove disposizioni fino a quando la pubblica amministrazione non si sarà organizzata per dare una risposta efficace e per applicarle non solo alle guardie giurate ma a tutte le professioni per le quali sia richiesto l’uso delle armi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero