«La Grecia volta pagina, si lascia alle spalle la paura, l'oppressione e l'umiliazione e va avanti con speranza e dignità: oggi abbiamo fatto la storia, l'ora della...
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Le voci su una grande vittoria di Syriza si rincorrevano sin da metà pomeriggio: il partito, si mormorava in piazza, aveva un distacco di 10 punti sui rivali di Nea Dimokratia. Poi, i lunghissimi minuti prima degli exit poll alle 19. Quindi il boato, la gioia, le lacrime, i balli.
Per i sostenitori di Syriza, e tutti i greci che hanno creduto alla "Speranza" contenuta nello slogan del partito di Tsipras, questa è la notte più bella. La felicità, i pugni alzati, i canti si sentono risuonare forti al centro di Atene. E la gioia è esplosa grande anche per gli oltre 250 italiani della "Brigata Kalimera", giunti in Grecia per sostenere i compagni di Syriza, insieme a loro in Europa ormai da anni. Le bandiere tricolori, di Rifondazione, di L'Altra Europa con Tsipras si vedono ondeggiare sulla folla a piazza Klathmonos.
La vittoria di Tsipras è anche e soprattutto la vittoria della sua base, con le sue idee alternative all'austerità: ragazzi, disoccupati (oltre il 40% dei senza lavoro è andata a votare per Tsipras, dicono le prime analisi del voto), le famiglie in difficoltà, impiegati, operai che parlano di impresa solidale, acqua pubblica, cooperazione contro la povertà. Sono loro che aspettano Alexis davanti alla sede del partito, desiderosi di dargli una pacca sulla spalla, una stretta di mano. Lui, Alexis, l'uomo del giorno, si è fatto vedere solo per un attimo a inizio serata, quando i dati non erano ancora definitivi, accolto comunque da ali di folla festante al quartier generale di Syriza.
Ai Propilea, come viene chiamata l'università di Atene, si mette su in fretta e in furia un palco, perché questa è la notte di Alexis, che si dovrà dividere tra tutte le folle che lo aspettano. L'Europa reagirà e valuterà, ma questo non importa. Stanotte c'è spazio solo per una sensazione di aver voltato pagina. «Speranza», ma anche «Futuro», «Patria», «Dignità» sono le parole che si intrecciano ai sorrisi, agli abbracci, sotto alle bandiere multicolori che sventolano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero