Gran Bretagna, primo matrimonio gay tra carcerati: gli sposi sono killer di due omosessuali

Gran Bretagna, primo matrimonio gay tra carcerati: gli sposi sono killer di due omosessuali
Primo matrimonio gay dietro le sbarre in Gran Bretagna. Due detenuti, entrambi in carcere per omicidio, sono convolati a nozze nella prigione di Full Sutton, nello Yorkshire. ...

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Primo matrimonio gay dietro le sbarre in Gran Bretagna. Due detenuti, entrambi in carcere per omicidio, sono convolati a nozze nella prigione di Full Sutton, nello Yorkshire.


Mikhail Ivan Gallatinov, 40 anni, imprigionato nel 1997 per quello che il giudice ha definito «un omicidio agghiacciante», ha sposato il compagno di prigione Marc Goodwin, 31 anni.



Nessun dettaglio sulle nozze è stato rivelato, anche se le pubblicazioni del matrimonio sono state esposte all'ufficio del registro delle unioni nella vicina città di Beverley. «I detenuti hanno il diritto di sposarsi in carcere secondo il Marriages Act del 1983 – ha commentato un portavoce del ministero della Giustizia – Le unioni si svolgono senza alcun costo per il contribuente e non vi è alcuna possibilità che i coniugi possano condividere una cella».



In compenso i due novelli sposi condividono un passato agghiacciante: Goodwin e Gallatinov si sono conosciuti in carcere dopo che entrambi erano stati imprigionati per omicidio. Goodwin era il leader di una banda che vagava per le strade di Blackpool in cerca di omosessuali da attaccare. Nel 2007 è stato condannato a scontare un minimo di 18 anni, dopo essere stato riconosciuto colpevole dell'omicidio di Malcolm Benfold, 57 anni, picchiato a morte e abbandonato in strada. Secondo gli atti del processo, quella notte l'assassino e due amici si erano dati appuntamento per «colpire un gay».



Gallatinov, di Manchester, già conosciuto dalla giustizia per aver abusato sessualmente di alcuni bambini, è stato imprigionato nel 1997 per un minimo di 20 anni per l'omicidio di Adrian Kaminsky. L'uomo attirò la sua vittima attraverso una chat line gay e lo invitò a casa sua.

Il caso lasciò il Paese sotto choc perché Gallatinov era sotto sorveglianza della polizia al momento dell'omicidio e aveva dichiarato a un detective sotto copertura di aver intenzione di uccidere.

Il giorno dell'assassinio la polizia era posizionata davanti casa sua: il corpo di Kaminsky fu trovato quasi nudo nel bagagliaio della macchina di Gallatinov dopo una fuga in autostrada durata lo spazio di qualche chilometro.



Al momento della condanna, il giudice Rhys Davies ha parlato di «omicidio agghiacciante ben pianificato, apparentemente immotivato, a sangue freddo». Rivolgendosi all'assassino ha poi aggiunto: «Secondo gli psichiatri tu sei un uomo pericoloso e presenti un notevole rischio per la sicurezza pubblica. Hai agito senza pietà, preoccupazione o rimorso. Tu non soffri di alcuna malattia mentale, sei del tutto privo di giudizio morale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero