Gran Bretagna, l'Ukip si prepara a travolgere i conservatori di Cameron alle elezioni suppletive

Nigel Farage, 50 anni, è il leader dell'Ukip
Oggii a Rochester, contea del Kent, Inghilterra sud-orientale, i conservatori del primo ministro David Cameron potrebbero subire una umiliazione senza precedenti. ...

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Oggii a Rochester, contea del Kent, Inghilterra sud-orientale, i conservatori del primo ministro David Cameron potrebbero subire una umiliazione senza precedenti.



Le elezioni suppletive convocate dopo le dimissioni di un deputato Tory in polemica con il governo consegneranno agli indipendentisti guidati da Nigel Farage il secondo seggio nel parlamento di Westminster a Londra. Il nuovo trionfo degli euroscettici, secondo tutti i sondaggi, non è in discussione, ma la poltrona del premier britannico, dopo lo scrutinio dei voti, potrebbe diventarlo molto di più: l'Ukip, in un collegio tradizionalmente benevolo per il partito ddi Cameron - il ricco Kent sta alla East Anglia un po' come la Lonbardia sta all'Italia - avrebbe un vantaggio di ben quindici punti, un macigno che potrebbe innescare una frana in tutta la politica inglese.



L'Ukip, che vuole l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, ha ottenuto il primo seggio in Parlamento lo scorso 10 ottobre. ll terreno di battaglia era il collegio di Clacton-on-Sea. Stesso preambolo e stesso copione: un deputato del Partito Conservatore, accusando il governo di non essere più in sintonia con i cittadini, si era dimesso innescando il meccanismo delle elezioni suppletive. Gli indipendentisti, in quel caso, hanno travolto sia i Tory che i laburisti e il film - a meno di “cataclismi” - il film si ripeterà tale e quale a Rochester. Il parlamentare in dissenso questa volta si chiama Mark Reckless e i cavalli di battaglia sono gli stessi che hanno portato il primo transfuga al successo: basta con l'immigrazione selvaggia e ripristino della sovranità del Regno Unito su tutte le materie finite a Bruxelles.



Solo che questa volta il premier inglese potrebbe uscirne con le ossa rotte. Nel partito cova la rivolta: nel prossimo maggio in Inghilterra ci saranno le elezioni generali e molti deputati conservatori, con l'Ukip che avanza come una schiacciasassi, rischiano di perdere il seggio. La cosa, indirettamente, riguarda anche noi. Molti parlamentari conservatori ritengono che l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue sia l'unico modo per bloccare l'emorragia di voti a favore degli indipendentisti. Il che potrebbe spingere il primo ministro a salvare il salvabile impugnando lui stesso la bandiera dell'eurosetticismo. I presagi ci sono tutti: Il Ministro degli Esteri Philip Hammond - non una figura qualunque - ha detto giorni fa che «l'Inghilterra deve preparasi ad andarsene dall'Unione Europea se non otterrà una sostanziale riforma delle norme sull'immigrazione». Un'Europa senza Regno Unito, ovviamente, dovrebbe rifare tutti i conti e i calcoli riguarderebbero sicuramente anche l'Italia.
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Il Messaggero