Cisgiordania, i palestinesi cancellano la bandiera arcobaleno dal muro: «Non possiamo promuovere i diritti dei gay»

Cisgiordania, i palestinesi cancellano la bandiera arcobaleno dal muro: «Non possiamo promuovere i diritti dei gay»
Quel graffito voleva portare all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione dei palestinesi in Cisgiordania. Per farlo, l'autore aveva scelto i colori...

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Quel graffito voleva portare all’attenzione dell’opinione pubblica la condizione dei palestinesi in Cisgiordania. Per farlo, l'autore aveva scelto i colori dell’arcobaleno, simbolo del movimento Glbt in tutto il mondo, in contemporanea con il via libera, in America, ai matrimoni tra le persone dello stesso sesso. Ma quell’opera, firmata dall’artista palestinese Khaled Jarrar, è stata ritenuta troppo vicina alla causa gay e, per questo, cancellata dai palestinesi stessi sul muro che separa la Cisgiordania da Israele. Una dimostrazione ulteriore di quanto l’omosessualità, oltre ad essere un argomento tabù nella società palestinese, rappresenti un nervo scoperto in un contesto dal quale i gay sono spesso costretti a fuggire verso Israele, per ottenere protezione e tutela (oltre che rispetto per i loro diritti). E questo a pochi giorni dall'invasione rainbow su Facebook, con 26 milioni di utenti che, per celebrare il via libera americano alle nozze gay, hanno colorato le loro immagini profilo con l'arcobaleno.




La rimozione del graffito - che era stato realizzato non distante da un ritratto di Yasser Arafat e di altri leader palestinesi - è avvenuta, secondo quanto riporta l'Associated Press, lunedì notte, poco dopo il blitz di Jarrar.



«Questa azione – ha spiegato l’artista 39enne – dimostra l’assenza di tolleranza e libertà nella società palestinese». «La gente non accetta un modo diverso di pensare», ha aggiunto, sottolineando che con quell’opera voleva in realtà evidenziare le problematiche connesse alla condizione dei palestinesi.



«Non possiamo promuovere i diritti delle persone gay», ha spiegato all’Ap uno degli autori della rimozione, Mohammed. «La presenza della bandiera dei gay nel nostro campo rifugiati rappresenta un motivo di vergogna», ha aggiunto l’avvocato 46enne Mohammed al-Amleh.



Dal punto di vista legislativo, in Cisgiordania è in vigore una legge del 1951 che vieta l’omosessualità e una analoga, del 1936, è tutt'ora applicata nella Striscia di Gaza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero