L'ultimo saluto all'insegnante uccisa, il parroco: «L'omicida va fermato per sempre»

«Il nostro stare insieme oggi, diviene consapevolezza per tutti noi di quella capacità che ogni uomo e donna deve avere: la capacità di indignarsi di fronte...

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«Il nostro stare insieme oggi, diviene consapevolezza per tutti noi di quella capacità che ogni uomo e donna deve avere: la capacità di indignarsi di fronte alle ingiustizie del mondo». Così don Angelo Bianchi, arciprete di Castellamonte, nell'omelia pronunciata ai funerali di Gloria Rosboch, l'insegnante strangolata con un laccio e poi gettata nel pozzo di una discarica in disuso dove è stata ritrovata quaranta giorni dopo la sua scomparsa. «La rassegnazione e il sentirsi impotenti di fronte alle angherie della vita - ha aggiunto il parroco - non fa altro che proliferare ingiustizie e morti. Ci vuole il coraggio di indignarci».


«Una vita non può essere stroncata perchè un altro essere umano si è arrogato il diritto inesistente di togliergli la vita. Solo un criminale, un pericoloso folle, può compiere un tale gesto. Un folle che deve essere fermato, perchè le sue mani omicide non possano distruggere altre vite». E ancora: Gloria «è stata spazzata via da una violenza inaudita, che ha armato una mano determinata a raggiungere i propri scopi a qualsiasi costo, anche spegnendo la vita di una donna», ha continuato il parroco, che ha invocato una «giustizia celere e accurata». È duro il 'j'accusè dell'arciprete di Castellamonte, che attacca la «cultura del relativismo», la «caduta vertiginosa dei valori più alti» e «una vita votata al dio successo e al dio denaro, il possedere, l'avere adesso subito senza il sudore della fronte». Colpa anche di «una scuola che non educa ai valori più alti e irrinunciabili - ha sottolineato ancora - ma si limita a passare delle nozioni che servono per essere promossi». E della «famiglia, che ha smarrito il suo ruolo di genitore e di educatore».

«So che per mamma Marisa e papà Ettore ciò che sto per dire potrà forse non essere compreso perchè troppo grande è il loro dolore. Ma per la loro fede, per il loro essere cristiani dico loro 'perdonate'». È l'appello che l'arciprete ha poi rivolto ai genitori di Gloria Rosboch. «Perdonate non perchè loro meritano il perdono - ha detto - ma perchè voi meritate la pace. Decidete di perdonare perchè il risentimento è negativo, il risentimento è velenoso, il risentimento, l'odio e la vendetta divorano. Perdonate per Gloria, che oggi si trova nell'oceano dell'amore di Dio».


«Grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Tutti tranne quel criminale, quel maledetto che ti ha messa qua...». Ettore, l'anziano padre di Gloria Rosboch, ha salutato così la folla che ha seguito i funerali della figlia davanti al loculo in cui è stata tumulata la salma dell'insegnante. L'uomo, sempre accanto alla moglie Marisa, non ha mai smesso di piangere e ha accompagnato a piedi, nonostante le stampelle, il corteo funebre che dalla chiesa ha seguito il feretro fino al cimitero di Castellamonte.




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Il Messaggero