Legnini il "mediatore", ecco chi è il nuovo vicepresidente del Csm

Legnini il "mediatore", ecco chi è il nuovo vicepresidente del Csm
Di lui dicono che sia un mediatore nato. Una dote alla quale Giovanni Legnini, neo eletto vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura a larga maggioranza, dovrà...

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Di lui dicono che sia un mediatore nato. Una dote alla quale Giovanni Legnini, neo eletto vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura a larga maggioranza, dovrà attingere a piene mani per i futuri quattro anni a palazzo dei Marescialli.




E' noto, e storicamente provato, che tutte le tensioni tra politica e magistratura prendono la strada che porta all'aula Bachelet. Le prime scintille tra l'esecutivo Renzi e l'Associazione nazionale magistrati - sulla riduzione delle ferie, sulla responsabilità civile delle 'toghe' e su molti altri punti della riforma della giustizia varata dal consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto - si sono cominciate a vedere. Ma alla tenacia degli abruzzesi, Legnini accompagna una grande dose di pazienza tipica di chi sa condurre in porto le mediazioni.



Sposato, due figli, cinquantacinque anni, impegnato in politica da quando ne aveva diciassette, ha ricoperto il suo primo incarico istituzionale nel paese natio quale sindaco di Roccamontepiano, dal 1990 al 2002. Più volte parlamentare del Pd dal 2004 e fino a venti giorni fa sottosegretario all'Economia, ha avuto un ruolo chiave nella trattativa sul decreto salva-Roma, grazie al quale alla Capitale è stato scongiurato il rischio default. Nel precedente governo Letta, invece, aveva ricoperto l'incarico di sottosegretario all'Editoria.



Il suo curriculum è ricco di incarichi di carattere economico: componente della Commissione Bilancio del Senato per tutta la durata dei suoi mandati parlamentari, vicepresidente della stessa Commissione per due anni dal 2006, relatore della finanziaria nel 2008 e della legge di stabilità nel 2013. La formazione giuridica di certo non gli manca: è avvocato cassazionista specializzato in diritto dell'impresa e della pubblica amministrazione. Appena eletto, per non smentire la fama di mediatore, nel suo discorso di insediamento ha tenuto sottolineare:
«Rapidità dei giudizi e certezza del diritto costituiscono il presupposto affinché si torni a guardare ai giudici e ai pubblici ministeri come ai detentori prestigiosi ed affidabili di una funzione che è stata e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero