Giulia, 8 anni, muore e salva la sorellina di 6. Il papà: «Piano piano le spiegheremo che cosa è successo»

Giulia, 8 anni, muore e salva la sorellina di 6. Il papà: «Piano piano le spiegheremo che cosa è successo»
dal nostro inviato AMATRICE Giorgia è stata salvata mercoledì sera, sotto la luce delle fotoelettriche e le urla di gioia dei vigili del fuoco che dall'alba...

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dal nostro inviato
AMATRICE Giorgia è stata salvata mercoledì sera, sotto la luce delle fotoelettriche e le urla di gioia dei vigili del fuoco che dall'alba scandagliavano le macerie di Pescara del Tronto. Giorgia 6 anni - si è salvata perché il corpo della sorella Giulia 8 anni - le ha fatto da scudo. Dormivano nello stesso letto, una accanto all'altra: «Giulia non c'è più, è rimasta Giorgia a darci la forza per andare avanti» dice ora il padre, Fabio Rinaldo, 45 anni, autotrasportatore romano. Anche lui e la moglie Miriam sono sopravvissuti alla scossa assassina di mercoledì notte. Sono stati fra i primi ad essere salvati: «Ma sotto ci sono ancora le nostre figlie». E da quel momento è iniziata una corsa affannata per individuarle sotto i sassi, le travi frantumate, le tegole spezzate.


Il padre e la madre delle due sorelline sono ricoverati entrambi all'ospedale di Ascoli, e in un reparto vicino al loro c'è Giorgia che malgrado le 16 ore passate sotto i detriti sta bene. Fabio non smette di ringraziare i soccorritori: «I vigili del fuoco, ma anche Nando Vendetti, un uomo della Croce Rossa, romano come me, che ho chiamato alle sette del mattino e dalla Capitale ha messo in piedi le ricerche, dando le coordinate esatte alle squadre sul posto. Senza di lui e questa catena di informazioni, le avrei perse entrambe».

VIVEVA A PONTE MAMMOLO
Giulia avrebbe dovuto cominciare la quarta elementare alla scuola Alberto Sordi nel quartiere di Ponte Mammolo, ma il suo banco resterà vuoto. «Giorgia compirà gli anni il 27 agosto, avevamo organizzato una festicciola con tutti i parenti di qui, quindi saremmo ripartiti alla volta di Roma. Ora tutto cambia, alla piccolina piano piano spiegheremo meglio quel che è successo, vivremo per farle sentire il meno possibile la mancanza della sorella». Sabato si svolgeranno i funerali della bambina, funerali di Stato come per tutte le vittime del sisma. Nei giorni successivi invece la salma sarà trasportata a Roma e tumulata nel giardino dei bambini al cimitero di Prima Porta.
Fabio e Miriam non hanno potuto assistere agli attimi drammatici in cui, verso sera, le due bimbe sono state individuate anche col supporto di tre cani cercapersone Greta, Thelma e Happy dell'unità cinofila arrivata da Treviso. «Verso le 18 uno dei nostri cani si è fermato in un punto e da lì non si è più mosso» raccontano i vigili del fuoco che addestrano gli animali. Hanno cominciato a scavare «ma con molta cautela, perché la situazione era delicata, muovere un sasso di troppo poteva causare pericolosi smottamenti». Le bimbe erano coperte da almeno due metri di macerie: «C'è voluta quasi un'ora per raggiungerle». Danilo Dionisi, dei pompieri di Ascoli, era lì, fra quelli che scavavano. «Stava cominciando ad arrivare il buio, eravamo preoccupati, in quei casi hai l'urgenza di fare le cose in fretta perché ogni minuto che passa può essere di troppo, ma c'è anche il rischio che una mossa sbagliata possa compromettere tutto. Bisogna essere delicati e tenaci».

L'APPLAUSO
La prima ad essere raggiunta dalle mani di un soccorritore è stata Giulia, la sorellina più grande: «Ma abbiamo capito subito che per lei non c'era più nulla da fare. Però nel momento in cui è stata afferrata e tirata fuori abbiamo sentito un lamento. L'altra bimba dunque era viva». Chi c'era racconta che quelli che scavavano hanno cominciato a farlo ancora più velocemente, con le mani, freneticamente. «Quando abbiamo preso Giorgia in braccio e si è guardata intorno sorridente c'è stato un applauso e poi urla di giubilo». Giorgia ha chiesto dell'acqua, si è lamentata per il dolore alle gambe, l'hanno portata subito ad Ascoli mentre i cani cercapersone cominciavano nuovamente a vagolare sulle macerie di Pescara del Tronto in cerca di qualche altro segnale di vita.

Renato Pezzini
Alessia Marani
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Il Messaggero