Giappone, ponte pieghevole da record per le emergenze: si monta in cinque minuti

Giappone, ponte pieghevole da record per le emergenze: si monta in cinque minuti
Un ponte pieghevole, in grado di essere installato e di estendersi rapidamente per affrontare situazioni di emergenza: è questa l'innovazione proposta da alcuni scienziati...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un ponte pieghevole, in grado di essere installato e di estendersi rapidamente per affrontare situazioni di emergenza: è questa l'innovazione proposta da alcuni scienziati giapponesi che hanno dato una dimostrazione del loro sistema, denominato mobile bridge version 4.0. sviluppato da un team guidato dal professor Ichiro Ario dell'università di Hiroshima, il mobile bridge è ispirato all'arte giapponese degli origami.












Non si tratta in effetti di un'idea nuova, dal momento che sistemi simili a questo già esistono, ma i suoi inventori garantiscono che si tratta del ponte espandibile più grande, resistente, veloce e leggero al mondo. Il mobile bridge può infatti essere trasportato su un rimorchio, e la sua installazione richiede appena un'ora, con solamente cinque minuti necessari per l'espansione. L'aspetto più importante, e che lo rende preferibile ad altri sistemi, è il fatto di non richiedere fondamenta o gru per l'utilizzo. Una dimostrazione della funzionalità del ponte mobile è stata fornita a fine giugno nel corso di un simposio dell'associazione giapponese degli ingegneri civili, quando il mobile bridge è stato sfruttato per permettere a delle auto di attraversare un fiume a Fukuyama, nella prefettura di Hiroshima. L'obiettivo del team è adesso quello di continuare a sviluppare questa tecnologia che, secondo Ario, potrebbe essere sfruttata per allungare il ciclo di vita di quei ponti che necessitano di interventi strutturali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero