Giappone, disabile costretto a salire sull'aereo strisciando

Giappone, disabile costretto a salire sull'aereo strisciando
Se qualcuno avesse ipotizzato quello che si apprestava a vivere, mai avrebbe pensato che si trattava della realtà. Eppure Hideto Kijima, 44enne disabile costretto sulla...

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Se qualcuno avesse ipotizzato quello che si apprestava a vivere, mai avrebbe pensato che si trattava della realtà. Eppure Hideto Kijima, 44enne disabile costretto sulla sedia a rotelle dal 1990, doveva ancora vederle tutte: dopo aver volato in 158 Paesi e transitato in 200 aeroporti, ha vissuto un'esperienza che, come l'ha definita lui, è da «violazione dei diritti umani». Hideto, infatti, è stato costretto a trascinarsi su per le scalette dell'aereo della compagnia Vanilla Air che da Amami lo avrebbe dovuto riportare a Osaka, in Giappone. In caso contrario le sue speranze di prendere quel volo erano praticamente nulle.


All’andata a Hideto, che è a capo del Japan Accessible Tourist Center, una organizzazione no profit che cataloga i luoghi accessibili a disabili in Giappone, era stata concessa la possibilità di farsi aiutare da alcuni amici che lo aveva portato a spalla fino in cima. Possibilità che, invece, durante l'imbarco al ritorno gli era stata negata per “motivi di sicurezza”: e così l'uomo è dovuto strisciare su per 17 gradini facendosi forza solo con le braccia. «Non volevano nemmeno che mi trascinassi - ha raccontato Hideto sul suo blog dopo aver denunciato il fatto al Ministero dei trasporti - Ho dovuto ignorarli e continuare a muovermi se volevo tornare a Osaka. Non ho mai pensato che sarei stato rifiutato da una compagnia aerea solo per il fatto che non so camminare. Questa è una violazione dei diritti umani».

Il caso ha scatenato un'ondata di indignazione tanto da costringere la Vanilla Air, low cost della All Nippon Airways, a scuse pubbliche e provvedimenti immediati. «Ci scusiamo per questa spiacevole esperienza - ha detto il portavoce compagnia, Akihiro Ishikawa - Stiamo prendendo misure per migliorare il nostro servizio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero