L'Onu sfida Donald Trump e condanna a larghissima maggioranza la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e di spostare l'ambasciata...
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Anche l'Italia si è espressa a favore, schierandosi con 25 Stati membri dell'Unione europea, inclusi Francia, Germania e Regno Unito. Sì anche da Paesi alleati degli Usa come il Giappone e la Corea del Sud. Mai come oggi, dunque, Trump appare isolato nel mondo. E il solco sembra destinato ad allargarsi sempre di più, con sviluppi imprevedibili. Intanto l'ira della Casa Bianca traspare ancora una volta dalle parole durissime pronunciate dall'ambasciatrice americana al Palazzo di vetro, Nikki Haley: «Ce ne ricorderemo», la sua minaccia nemmeno tanto velata, dopo che ieri direttamente Trump aveva agitato lo spettro del taglio dei fondi sia all'Onu e alle sue agenzie sia ai Paesi schierati a favore della risoluzione. «L'America sposterà la sua ambasciata a Gerusalemme perché è la cosa giusta da fare. E nessun voto ci farà cambiare idea. Ma questo è un voto che gli Stati Uniti terranno bene a mente», il monito della Haley, che ha parlato di «mancanza di rispetto» verso gli Usa, principali contributori delle Nazioni Unite. «Se i nostri investimenti falliscono, non portano risultati - ha aggiunto - allora abbiamo l'obbligo di destinare le nostre risorse ad altri obiettivi più produttivi».
Un futuro dunque carico di nubi, che marca la distanza sempre più netta tra l'amministrazione Trump e quelle Nazioni Unite già bersaglio del tycoon fin dalla campagna elettorale.
Il Messaggero