Germania, nuovo governo Merkel in salita: in Bassa Sassonia la rivincita dei socialisti

Germania, nuovo governo Merkel in salita: in Bassa Sassonia la rivincita dei socialisti
Crepe sempre più profonde attraversano il sistema Merkel, all'estero e in patria. Nel giorno del trionfo delle tendenze populiste in Austria, la cancelliera subisce una...

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Crepe sempre più profonde attraversano il sistema Merkel, all'estero e in patria. Nel giorno del trionfo delle tendenze populiste in Austria, la cancelliera subisce una sconfitta in casa alle regionali in Bassa Sassonia, dove i socialdemocratici incassano il 37,3 per cento e diventano il primo partito. Un altro cartellino di ammonizione, a tre settimane dal voto politico federale che aveva visto la Cdu perdere l'8,5 per cento. E la nascita del nuovo governo a Berlino diventa ancora più difficile.


Era un voto atteso e temuto, quello di ieri in Bassa Sassonia. Non a caso le prime vere consultazioni governative a Berlino sono state fissate per dopodomani, archiviata l'ultima sfida elettorale del 2017. La Cdu di Angela Merkel tenta di allearsi con i verdi e con i liberali (Fdp), formando una coalizione Giamaica (nero per la Cdu, verde per gli ecologisti, giallo per la Fdp) mai vista a livello federale.

IL REBUS
Dalle urne del Land settentrionale ieri non sono usciti segnali che incoraggino questa soluzione. Prima sorpresa: i socialdemocratici (Spd) del capo del governo regionale uscente, Stephan Weil, hanno guadagnato quasi 5 punti, salendo al 37,3 per cento. Ad agosto, erano indietro di ben 14 punti rispetto alla Cdu. Quest'ultima si è fermata poco sotto il 34 per cento, due punti in meno rispetto alle precedenti regionali, il peggior risultato locale dal 59. La rimonta Spd è stata travolgente. Una trasfusione di sangue alla vecchia signora, come i tedeschi chiamano il più antico partito europeo, quella socialdemocrazia che non è più riuscita a ripetere i successi dei tempi del cancelliere Schroeder (che della Bassa Sassonia fu governatore) e che è stata sfiancata dalle ripetute coabitazioni con la Cdu nei governi nazionali di grande coalizione. Lo si è visto al voto federale del 24 settembre, quando la Spd è crollata al 20,5 per cento. Per Martin Schulz, candidato cancelliere sconfitto dalla Merkel ma rimasto alla guida del partito, il voto di ieri è un incoraggiamento. La scelta di stare all'opposizione sembra essere premiata.

Nel nuovo parlamento regionale che si riunirà ad Hannover, la coalizione rosso-verde uscente è appesa a un seggio, perché gli ecologisti hanno perso oltre 5 punti e, con l'8,6 per cento, avranno soltanto una dozzina di rappresentanti. I neo comunisti della Linke non hanno superato lo sbarramento del 5 per cento, mentre l'altra ala estrema, la populista e xenofoba Alternative fuer Deutschland, è entrata con il 6,2. Ben lontano dal 12,6 delle politiche.
Lo sfidante cristiano-democratico di Weil, Bernd Althusmann, ieri sera ha annunciato battaglia, reclamando di avere un mandato per la formazione di un governo. Cioè o una grande coalizione, oppure una Giamaica, tra i cristiano-democratici, i liberali che hanno perso quasi tre punti e si sono fermati al 7,4 per cento (contro il 10,7 nazionale) e i verdi. Una coalizione semaforo (Spd, verdi e liberali), che in teoria avrebbe la maggioranza, è stata esclusa dai vertici nazionali della Fdp.

IL GINEPRAIO TEDESCO

Ma è davvero possibile la Giamaica? La Bassa Sassonia è lo specchio del ginepraio della politica tedesca. I verdi locali, considerati l'ala sinistra di un partito sempre più moderato, vorrebbero mettere al bando il motore a scoppio entro cinque anni. Nel Land che ospita la Volkswagen, tra i primi costruttori mondiali e vanto dell'industria tedesca, il messaggio non ha mietuto successi. E i liberali, fautori del libero mercato, non ne vogliono sapere. Merkel, nel comizio finale accanto al suo candidato Althusmann, ha attaccato i verdi con durezza: Tra loro c'è chi pensa prima di tutto ai divieti. Non è un buon viatico per le trattative nazionali di dopodomani. La cancelliera, nonostante il rifiuto della Spd, ora trincerata all'opposizione, non ha completamente archiviato le ipotesi di una nuova Grossse Koalition. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero