«Non escludere l'opzione militare fa titolo ma non è l'unica risposta al terrorismo nè la risposta decisiva». Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a...
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Stamani intanto il premier Matteo Renzi ha incontrato i ministri Paolo Gentiloni, Angelino Alfano e Roberta Pinotti, insieme al sottosegretario Marco Minniti, per fare un punto sulla Libia e la lotta al terrorismo anche in vista del Consiglio straordinario di oggi pomeriggio a Bruxelles sull'emergenza sbarchi.
Alla domanda dell'intervistatore sull'eventualità di un intervento militare, Gentiloni ha risposto: «Non credo che ci sarà un'operazione simile all'intervento in Libia guidato da Francia e Gb. Il governo italiano che a suo tempo l'appoggiò era il governo Berlusconi, forse il più debole di questi ultimi anni. E l'operazione non è stata un successo».
Il responsabile della Farnesina ha precisato che «dobbiamo tentare di risolvere la questione, perché la situazione in Libia rappresenta una minaccia», anche per la presenza di terroristi affiliati all'Isis e l'assenza di un governo centrale. Gli interventi mirati hanno come obiettivo di stroncare le operazioni degli scafisti e di rispondere all'emergenza umanitaria in loco.
«Sento una responsabilità enorme e spero che questa responsabilità sarà condivisa almeno in Europa, perché non è solo una responsabilità italiana. Abbiamo un'emergenza europea, non possiamo avere solo una risposta italiana», ha detto alla Bbc il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni rispondendo a una domanda sulla recente sciagura che è costata la vita a oltre 800 migranti, a poche ore dal Consiglio europeo straordinario di Bruxelles dedicato all'emergenza immigrazione.
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Il Messaggero