Nella sfida per il ministero degli Esteri tra due cognomi pesanti della tradizione cattolico-democratica Gentiloni-Pistelli, la spunta Paolo e non perchè discendente della...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Archiviata la quota-rosa, Matteo Renzi ha fatto oggi il nome al capo dello Stato dopo l’incontro di ieri. Un faccia a faccia molto dialettico, quello andato in scena giovedì pomeriggio al Quirinale, e la scelta fatta rappresenta un punto di compromesso tra palazzo Chigi e Colle.
La scelta di Gentiloni per la Farnesina conferma la linea di discontinuità, molto cara al presidente del Consiglio, ma al tempo stesso il nuovo ministro - malgrado non abbia un lungo curriculum internazionale - ha l’esperienza parlamentare e di governo che rappresenta per il Capo dello Stato il requisito necessario per ricoprire una poltrona delicata e particolarmente esposta al giudizio delle cancellerie.
Romano, sessant’anni, già portavoce di Francesco Rutelli e ministro delle Telecomunicazioni con il governo Prodi, Gentiloni giurerà oggi alle 18 al Quirinale insieme ai colleghi deputati che verranno nominati sottosegretari Davide Faraone (Pubblica Istruzione) e Paola De Micheli (Economia). Inserendo una donna, come sottosegretario, Renzi conserva anche l’equilibrio di genere.
Resta di nuovo al palo Lapo Pistelli, attuale viceministro agli Esteri, e si chiude una faccenda nei tempi previsti dopo l’uscita di Federica Mogherini. L’ipotesi dell’interim, in pieno semestre europeo, era impraticabile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero