Milano, rapinavano turisti coordinandosi via chat: arrestata banda di sudamericani

Milano, rapinavano turisti coordinandosi via chat: arrestata banda di sudamericani
MILANO Esperti, veloci e tecnologici. Agivano in gruppetti di tre, quattro persone coordinandosi con conversazioni a più voci in diretta nel momento del furto e via chat....

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MILANO Esperti, veloci e tecnologici. Agivano in gruppetti di tre, quattro persone coordinandosi con conversazioni a più voci in diretta nel momento del furto e via chat. E’ la banda di ladri che ha messo a segno furti aggravati e borseggi all’interno di alberghi, ristoranti, esercizi commerciali, aeroporti e altri luoghi aperti al pubblico. Con queste accuse i carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato undici sudamericani - sei peruviani, quattro cubani e un colombiano, tra cui due donne - di età compresa tra i 26 e i 59 anni, tutti da tempo in Italia. Gli arresti sono avvenuti nelle province di Milano, Cremona e Mantova, su ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Sofia Fioretta del Tribunale di Milano. Le vittime erano soprattutto stranieri, spesso turisti.


BORSE GRIFFATE E BANCONOTE

L’indagine è iniziata a seguito del borseggio avvenuto in aprile durante i giorni del Salone del Mobile ai danni di una cliente di un hotel a Lainate per cui erano stati arrestati quattro membri della banda. In tre mesi di indagine i carabinieri hanno individuato 51 episodi, in tutta la Lombardia anche se la base operativa era a Milano. Il capo è un cubano di 34 anni, con numerosi alias e precedenti per reati contro il patrimonio. Oltre a pianificare i furti e dare disposizioni su come realizzarli, il leader si occupava della ricettazione della refurtiva. Durante la perquisizione avvenuta il 13 dicembre in un appartamento di via Monte Rotondo, a Milano, i militari hanno trovato decine di borse griffate rubate, strumenti per forzare porte, un kit per verificare la qualità dell’oro attraverso reagenti chimici, banconote di molti Paesi. Le vittime preferite, infatti, erano turisti italiani e stranieri che spesso venivano seguiti all’interno delle hall di alberghi, bar, sale d’aspetto degli aeroporti. E non tutti hanno sporto denuncia: diverse volte i viaggiatori in partenza che subivano i furti hanno preferito rinunciare a rivolgersi alla polizia per non perdere il volo imminente.
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Il Messaggero