Una mobilitazione nazionale, come da vent'anni a questa parte, ma quest'anno decisamente patriottica per la Festa di Atreju. In programma dal 22 al 24 settembre, il...
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Quest'anno il colpo di teatro annunciato è la presenza di un ospite due volte avversario, perché del Pd e al governo: il ministro dell'Interno Marco Minniti. Il titolare del Viminale sfiderà, nella giornata di sabato 23, la platea sul tema dell'immigrazione. Non è una novità per i giovani di Atreju avere a che fare con politici della barricata opposta: è successo in passato, fra gli altri, con Fausto Bertinotti, Luciano Violante, Massimo D'Alema.
Gli organizzatori, d'altronde, sottolineano che Atreju nasce come occasione di confronto tra visioni diverse, anche se partendo, naturalmente, da destra e quindi con tutto il portato di un'impostazione comunitaria dell'impegno politico. In questo senso, non sorprende che abbiano partecipato anche ministri come Giuliano Poletti, Graziano Delrio, Roberta Pinotti. Solo Matteo Renzi, anche da premier, ha declinato l'invito di Giorgia Meloni, che pure è riuscita a portare alla festa la presidente della Camera Laura Boldrini.
Ci saranno occasioni di confronto nel centrodestra (previsto, fra gli altri, il presidente della regione Liguria Giovanni Toti) ma anche dibattiti culturali, mostre, e presentazione di libri di storia e attualità. Nelle pieghe tra un appuntamernto e l'altro, si profila anche un«iniziativa di taglio satirico-goliardico nei confronti del ddl Fiano, ora passato al Senato, sul divieto di propaganda nazista o fascista. Non si trascura la musica, però: se anche in passato sono state invitate star del palcoscenico, stavolta è la volta di un cantante lirico: con Andrea Bocelli, infatti (sempre che il tenore riesca a riprendersi dai postumi della caduta da cavallo), sarà proprio Giorgia Meloni a intavolare una discussione sul patriottismo, insieme tema conduttore della manifestazione ma anche, viene riferito, orizzonte entro il quale si intende allevare la futura classe dirigente del partito.
Atreju, che prende il nome dal personaggio del romanzo di Michael Ende «La storia infinita» pubblicato in Italia nel 1981, con il tempo sente di essere cresciuta, ha mantenuto sempre una certa autonomia eterodossa dalla destra politica, prima missina e poi di An. Ora, visto il ruolo propulsore da sempre rivestito da Giorgia Meloni, è più integrata nel movimento che guida. Ma la vocazione irregolare non sembra venuta meno, con la tendenza ad affrontare temi culturali, spirituali e politici generali spesso trascurati altrove. Lo confermerebbe la presenza, che l'Adnkronos è in grado di anticipare, del giovane filosofo marxista torinese Diego Fusaro, che incrocia nelle sue opere e nelle periodiche apparizioni televisive, l'analisi del pensatore di Treviri con suggestioni esistenzialiste, sebbene sul suo blog si definisca «allievo indipendente» oltre che di Marx anche di Hegel.
Fusaro, che è capace di suscitare reazioni opposte a seconda di chi lo ammira e di chi lo avversa, spende spesso parole infuocate contro la tendenza della società contemporanea ad economicizzare e quindi a svalutare le vite degli individui singoli (e delle famiglie) in favore delle macro-esigenze delle multinazionali e delle borse mondiali. Insomma, un 'cross-over' metapolitico in grado di stimolare la platea di Atreju e di mettere un po' di pepe concettuale nella nuova declinazione di «patria» in un mondo sempre più interconnesso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero