«Tutti quelli che sono qui sono qui ci sono da anni, sono i rappresentanti della vecchia politica. Io ho creato un movimento nuovo, che vuole rinnovare il Paese»:...
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Da questo momento in poi, i due candidati dati in testa dai sondaggi hanno cominciato a punzecchiarsi. Ma Macron si è trovato di fronte anche gli altri candidati, a cominciare dall'ex compagno di maggioranza Benoit Hamon, candidato del partito socialista che molti del suo partito non votano preferendo il «traditore» Macron. Quando l'ex ministro dell'Economia ha spiegato che il suo movimento «En Marche!» si autofinanzia con le donazioni, da Hamon è arrivato il colpo basso: «sono defiscalizzati vero? Può assicurare che non ci sono dirigenti di case farmaceutiche». Secco Macron: «lei non può pensare che io vada a controllare l'identità di chi fa le donazioni, ma tutto è trasparente e pubblico, chiunque può controllare». Il dibattito, inedito in Francia dove in tv nel passato ci sono stati solo i faccia a faccia fra gli sfidanti al ballottaggio, è stato molto vivace, a tratti nervoso. Marine Le Pen ha attaccato sull'immigrazione, la sicurezza, la laicità. «Io sono per fermare quest'immigrazione, i francesi non ne possono più», ha detto la presidente del Front National, aggiungendo che «la Francia non può offrire a nessuno del lavoro che non c'è neppure per i francesi».
Duri i toni anche sulla laicità, la sicurezza, la disoccupazione.
Il Messaggero