Francia, due festival cancellano l'esibizione degli Eagles of death metal: ecco perché

Francia, due festival cancellano l'esibizione degli Eagles of death metal: ecco perché
Gli Eagles of Death Metal non sono più graditi in Francia. La band hard rock americana, che il 13 novembre si stava esibendo al Bataclan di Parigi...

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Gli Eagles of Death Metal non sono più graditi in Francia. La band hard rock americana, che il 13 novembre si stava esibendo al Bataclan di Parigi quando un commando jihadista irruppe nel locale uccidendo 90 persone, è stata esclusa da due festival francesi che hanno deciso di cancellare dal cartellone le loro esibizioni. Il Rock en Seine di Parigi e il Cabaret Vert festival, organizzato nel nord del Paese, hanno deciso di non far suonare il gruppo: il motivo è stato spiegato in un comunicato nel quale si legge che gli organizzatori dei due eventi sono in disaccordo con le recenti affermazioni di Jesse Hugues, leader della band, in un’intervista al sito Taki's Magazine. 


Pochi mesi fa Hugues aveva destato scalpore per le dichiarazioni a favore delle armi: «So che in molti non saranno d'accordo con me, ma quella notte le pistole potevano rendere le persone uguali. E mi fa schifo che le cose stiano così. Perché non ho mai visto morire una persona che aveva un'arma, e voglio che tutti possano averne una. Ho visto morire persone che forse avrebbero potuto vivere».
Adesso è tornato ad accusare gli uomini della sicurezza del Bataclan di essere stati d’accordo con i terroristi e di averli lasciati entrare prima dell’inizio del concerto. Nell'intervista, il frontman degli Eagles of Death Metal ha sostenuto che la mente dell'attentato, Salah Abdeslam, fosse già presente nel locale prima della strage e che un buttafuori avesse chiesto alla sua fidanzata messicana, per via della carnagione scura, quali fossero le sue origini con l'obiettivo di avvertirla nel caso si fosse rivelata di fede islamica. «Il punto principale è che, quando iniziarono a sparare, erano già dentro».


Infine l'attacco agli islamici: «Il giorno dopo, allo stadio, i musulmani hanno fischiato il minuto di silenzio e sulla stampa se ne è letto pochissimo; ho visto musulmani festeggiare in strada durante l'attacco, l'ho visto con i miei stessi occhi, in tempo reale. Come facevano a sapere quel che stava accadendo? Doveva esserci stato un coordinamento. Dopo l'attacco i poliziotti hanno chiuso, quante, 450 moschee? E hanno trovato materiale per il reclutamento in ognuna di loro». Frasi che in Francia hanno fatto storcere il naso, costando alla band l'esclusione dai due importanti festival. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero