Città del Vaticano Sulla scrivania di Papa Francesco giace un dossier spinoso, anzi spinosissimo, quello del Kosovo. Il presidente della Repubblica kosovara, Hashim Thaci,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
In una nota della presidenza kosovara si precisa che il presidente "ha riferito al Santo Padre sulle questioni interne ed estere del Kosovo come Stato, capace di voltare la pagina della parte amara della sua storia, e ora su un cammino verso un futuro pacifico, stabile, prospero per i propri cittadini e per l'intera regione”. Thaci ha assicurato che il Kosovo è un esempio nella regione dove esistono “tolleranza e coesistenza tra popoli di diverse religioni e etnie”, visto che è abitato da oltre il 90 per cento di musulmani. Thaci ha anche espresso la sua felicità per la canonizzazione a settembre di madre Teresa (la religiosa era di origine albanese). Una figura che impersona i valori universali. Poi ringraziato il Papa "per il sostegno che il Vaticano ha sempre dato al popolo del Kosovo".Due giorni fa sull’Osservatore Romano è apparso un lungo articolo dove veniva messa in risalto una situazione più che positiva. Monsignor Dodë Gjergji, amministratore apostolico di Pristina, parlava di una “primavera per la minoranza cattolica. La primavera della Chiesa cattolica in Kosovo. Per la prima volta dopo settecento anni possiamo liberamente vivere, annunciare, accogliere le persone e dare il nostro contributo non soltanto ai cattolici, ma a tutta la società kosovara».
Peccato che a 17 anni dalla fine del conflitto armato, in Serbia vi siano ancora 204.049 sfollati dal Kosovo e che il ritorno ai loro luoghi di origine resti problematico. Solo una settimana fa è scoppiata un'altra bomba danneggiando una casa di una famiglia serba. Episodi del genere sono purtroppo frequenti nonostante il continente della Kfor, una garanzia per la minoranza serba (e ortodossa). Il conflitto armato del 1998-1999 fra le forze regolari serbe e gli indipendentisti albanesi dell'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) ha provocato 13 mila morti, in larga parte albanesi, e centinaia di migliaia di profughi. Il Kosovo, si è autoproclamato Stato autonomo nel 2008, l’Italia e altri 110 Paesi delle Nazioni Unite lo hanno riconosciuto, mentre permane l’opposizione di alcune super potenze come Russia e Cina ma anche di alcuni Stati europei come Spagna e Grecia, Slovacchia, Cipro, Romania e Santa Sede.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero