Vaticano, l'ira di Francesco: «Se conventi lavorano come hotel, paghino le tasse»

Vaticano, l'ira di Francesco: «Se conventi lavorano come hotel, paghino le tasse»
Città del Vaticano Basterebbe che Papa Francesco si facesse consegnare dai canonici di San Giovanni in Laterano, o da quelli di Santa Maria Maggiore, o ancora, dai religiosi di...

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Città del Vaticano Basterebbe che Papa Francesco si facesse consegnare dai canonici di San Giovanni in Laterano, o da quelli di Santa Maria Maggiore, o ancora, dai religiosi di san Paolo Fuori le Mura l’elenco delle proprietà – appartamenti, appartamentini, tenute agricole – ricevute in eredità nel corso degli anni e gestite dai capitoli delle basiliche. Forse qualche posto per le famiglie dei migranti si potrebbe ancora tirare fuori senza troppa fatica, visto che gli appartamenti disponibili non mancano. Così fanno sapere voci interne al Vaticano che ancora rammentano l’appello forte e chiaro fatto dal Papa due anni fa, visitando la mensa del Centro Astalli, a due passi da Piazza Venezia. «I conventi vuoti non servono alla Chiesa per trasformarli in alberghi e guadagnare soldi. I conventi vuoti non sono nostri, sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati».




Una richiesta che era sgorgata dal cuore di Bergoglio davanti a tanta sofferenza. Purtroppo a due anni di distanza tale direttiva non è ancora stata recepita appieno dalla Chiesa, nonostante la Cei e diverse congregazioni religiose si siano mobilitate a livello centrale, specie in questo periodo critico. Alcuni enti religiosi si erano anche attrezzati e avevano fatto spazio al proprio interno per accogliere qualche rifugiato, altre istituzioni ne avevano anche dato notizia sul proprio sito web.



Tuttavia, rispetto alla potenzialità della gran parte degli istituti religiosi in fatto di ricettività appare ancora ben poca cosa. Una goccia nell'oceano se si conta che solo a Roma il patrimonio complessivo degli istituti religiosi maschili o femminili ammonta ad almeno 15 mila posti letto.



Si parla di B&b per pellegrini, spartani ma pulitissimi. Tre anni fa, per la beatificazione di Karol Wojtyla, registrarono il tutto esaurito a 24 ore dall'annuncio della data dell'evento, originando anche una copiosa lista d'attesa.



Ieri, il tema è tornato fuori di nuovo, nel corso di una intervista alla Radio Renascenca, di Lisbona. Papa Francesco si è lamentato dalla tentazione che hanno diversi istituti religiosi a fare business. «Se si guadagna nell’accoglienza bisogna pagare le tasse. Già il ‘dio denaro’ costituisce una attrattiva per tutti. Una tentazione troppo forte. Serve tornare alle radici del Vangelo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero