E' stato condannato a sei anni di reclusione per corruzione per il caso Maugeri, con beni confiscati per 6,6 milioni di euro. Senza attenuanti perché, come spiegano i...
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"SOLDI RUBATI AI MALATI"
Secondo l'accusa il faccendiere Pierangelo Daccò, già condannato nel processo San Raffaele, e l'ex assessore lombardi Antonio Simone sono stati il bancomat attravero il quale l’allora governatore della Regione - al Pirellone ininterottamente da 1995 al 2013, avrebbe goduto di una serie di benefit di lusso, tra cui "viaggi ai Caraibi barche con tanto di champagne a bordo”. In questo modo il Celeste, per i pm di Milano Laura Pedio e Antonio Pastore, era “capo” di un “gruppo criminale” che avrebbe “sperperato 70 milioni di euro di denaro pubblico con un grave danno al sistema sanitario”. Per l'accusa si è trattato di una “corruzione sistemica durata 10 anni”, soldi “rubati ai malati della Regione Lombardia, soldi pubblici che erano destinati a curare malattie, ad accorciare liste di attesa, ad aumentare posti letto, a comprare farmaci – ha detto la pm nella sua requisitoria - E anche i soldi con cui è stato costruito un ospedale in Cile per i bambini cerebrolesi sono stati rubati ad altri malati”. I giudici della decima sezione penale hanno fatto cadere l'accusa di associazione a delinquere, mantenendo la corruzione e non concedendo alcuna attenuante. Questo in considerazione della "gravità delle condotte, dell'intensità del dolo, dell'entità delle unità illecite percepite per la messa a disposizione dell'altissima funzione, della mancanza di alcun quantomeno parziale risarcimento del danno, della notevole entità dei danni patrimoniali cagionati", scrive il tribunale. Che ha anche calcolato quello che ritiene sia l'illecito guadagno del Celeste: "Le utilità corrisposte a Formigoni in esecuzione dell'accordo corruttivo, tra il 2006 ed il 2011, sono stimabili nell'ordine di almeno sei milioni di euro, a fronte di circa 120 milioni di euro e di circa 180 milioni di euro che, nello stesso periodo, vengono erogati dalla Regione rispettivamente a Fondazione Salvatore Maugeri e Ospedale San Raffaele". Per i giudici, inoltre, "l'evidenza delle prove raccolte smentisce in radice la tesi della difesa di Formigoni", secondo cui le cosiddette "utilità del presidente" non sarebbero altro che "omaggi e regalie rientranti nell'ambito di un normale rapporto di amicizia tra Formigoni e Daccò".
VACANZE ESCLUSIVE
I giudici rilevano che gli "ingenti capitali" investiti da Daccò e Simone per garantire a Formigoni "vacanze in località esclusive, disponibilità di imbarcazioni di lusso, uso di dimore di pregio, un altisimo tenore di vita, cene di rappresentanza e viaggi su voli privati, del tutto esorbitanti un qualsiasi rapporto di amicizia, sia pure con persone molto facoltose".
Il Messaggero