Fondi Lega, dopo l'attacco di Salvini ai pm scende in campo l'Anm

Fondi Lega, dopo l'attacco di Salvini ai pm scende in campo l'Anm
Nella polemica a distanza tra il ministro dell'Interno e segretario della Lega Matteo Salvini e la procura di Genova, scende in campo l'Anm. Le accuse lanciate da Salvini...

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Nella polemica a distanza tra il ministro dell'Interno e segretario della Lega Matteo Salvini e la procura di Genova, scende in campo l'Anm. Le accuse lanciate da Salvini ai pm che hanno chiesto il sequestro dei 49milioni del Carroccio, impiegati per le spese personali di Bossi, almeno secondo il Tribunale, non piacciono al parlamentino dei giudici che rivendica l'autonomia della magistratura. «Auspicare forme di risarcimento a carico dei magistrati come conseguenza della loro attività risulta assolutamente fuori luogo e appare come una inammissibile e inaccettabile interferenza nel lavoro dei colleghi della Procura di Genova», si legge in una nota della giunta esecutiva centrale.  «I magistrati - si sottolinea nel documento - svolgono le attività che prevede la legge e sempre per l'accertamento dei fatti e dunque non solo non sprecano il denaro dei cittadini ma al contrario svolgono la propria azione sempre e esclusivamente proprio nell'interesse dei cittadini».


LA POLEMICA
Salvini ieri, in un'intervista a Sky Tg24, aveva affermato: «Spero che poi qualcuno risarcisca gli italiani per questo denaro pubblico speso e sprecato cercando conti inesistenti». Parole alle quali aveva subito risposto il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi: «Noi facciamo il nostro, lui fa quello che ritiene - aveva detto Cozzi -. Noi spendiamo quello che dobbiamo per fare una attività di indagine che è doverosa fare. È una valutazione del ministro che ci sia uno spreco di denaro da parte della procura. Il giorno che metteranno un limite a questo - prosegue Cozzi - oppure un limite di soldi per le attività che uno vuol fare, allora si vedrà. Poi magari in realtà il Parlamento è contento che vengano spesi soldi per il risarcimento che gli spetta visto che è parte civile nel processo per la maxi truffa». Insomma, aveva concluso Cozzi, visto che «c'è la condanna al risarcimento dei danni, sinceramente... come fai a non cercarli i soldi». E comunque, ben venga il diritto di critica, replica ancora oggi Cozzi, ma con il dovuto riguardo. «In 40 anni di attività al servizio dello Stato e della giustizia non siamo mai stati condizionati o scalfiti da reazioni ben più pesanti. Trattandosi di personalità con elevato ruolo istituzionale si auspica però che il diritto di critica abbia il dovuto riguardo non per i singoli magistrati quanto per la loro specifica funzione quali appartenenti alla magistratura inquirente».

Nella partita si schiera anche Valeria Valente, vicepresidente del gruppo Pd e membro della commissione Giustizia a Palazzo Madama:
«Più volte il Pd in Parlamento ha chiesto a Salvini, leader di quel partito, e a Bonafede, che di mestiere dovrebbe fare il Guardasigilli, di chiarire e spiegare all'opinione pubblica dove sono finiti quei soldi - ha scritto in una nota -. Per ora solo silenzio. E in più, e questo è inaccettabile, Salvini, dimenticandosi del suo ruolo istituzionale, attacca e offende la magistratura e la sua autonomia costringendo l'Anm a prendere posizione. Anche su questo Bonafede non ha nulla da dire?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero