È scoppiato in un pianto disperato quando si è reso conto che il giudice che doveva decidere della sua sorte era lei, una delle sue più care compagne di scuola: come se il peso...
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Una riunione di classe inaspettata avvenuta in uno dei luoghi più improbabili: un tribunale di Miami, in Florida. Giovedì scorso il giudice, Mindy Glazer, presiedeva il caso di un uomo arrestato per furto con scasso. Ma scrutando bene l'imputato si è accorta che quella faccia non le era del tutto nuova: quell'uomo sul quale si trovava a decidere era proprio Arthur Booth, il bambino con cui aveva diviso pomeriggi di studio e di gioco alla Nautilus Middle School.
E così, quando ha chiesto se avesse frequentato quella scuola, Arthur ha spostato lo sguardo sul monitor: i suoi occhi sono diventati sfavillanti, un sorriso si è aperto sulla sua bocca. Quella era la sua amichetta, la persona con cui era cresciuto e con la quale non si sentiva da anni. Un secondo dopo, però, la vergogna ha preso il sopravvento e ha iniziato a piangere. Per l'umiliazione si è messo la testa dentro le braccia e si è accasciato su una scrivania continuando a ripetere: «Oh mio Dio. Oh mio Dio».
«È mia abitudine chiedere agli imputati cosa sia successo, signore – dice il giudice – Mi dispiace vederla qui». Poi, rivolgendosi all'aula, continua: «Era il bambino più grazioso di tutta la scuola, il migliore di tutto l'istituto. Guardate adesso cosa gli è successo».
Melissa Miller, una cugina dell'uomo, ha raccontato come la vita di Arthur sia stata rovinata dalla droga: ragazzo sempre studioso, si dedicava all'atletica prima di iniziare a drogarsi e cadere nel vortice del crimine. «È stato un incontro fortuito – ha detto la ragazza – speriamo che questa sia per lui una sveglia, uno stimolo per tornare sulla strada giusta». L'incontro tra i due vecchi compagni di scuola si è chiuso con un in bocca al lupo e un rinvio: per adesso Arthur rimarrà in carcere con una cauzione fissata a 44mila dollari. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero