ROMA - «Non possiamo essere sempre gregari: né Forza Renzi, né Forza Salvini»: le parole di Raffaele Fitto, europarlamentare azzurro e capofila del dissenso interno a Forza...
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Il problema, dunque, sarebbe prima di tutto di metodo: «Serve uno choc organizzativo in Fi, bisogna rimettere tutto in mano agli elettori per avere una partecipazione», ha concluso Fitto, rilanciando il tema delle primarie «posto da mesi perché, in caso contrario, saranno gli alleati nel centrodestra a trascinare il partito» in una consultazione dal basso. Un'istanza già rilanciata in mattinata, quando Fitto aveva confermato di non avere alcuna intenzione di lasciare Forza Italia, dichiarando che «le primarie valgono per tutti all'interno del partito», anche per Berlusconi.
LE TENSIONI
Ma l'ex Cavaliere non è caduto nella trappola della provocazione, ha ascoltato da spettatore gli interventi susseguitisi nella riunione fiume, durata oltre tre ore, concedendo un parziale passo indietro dall'endorsement in favore del segretario leghista Matteo Salvini di martedì sera: «Le mie parole sono state strumentalizzate. Ho detto che Salvini è un potenziale leader, ma non che sarà lui». Berlusconi si è mostrato soddisfatto per l'andamento del dibattito, aggiornato alla prossima settimana «per raccogliere le idee su come rifondare Forza Italia». Un modo per gettare acqua sul fuoco della polemica. Ma non è detto che riesca. Fitto, infatti, sembra intenzionato ad andare avanti. «Le nostre proposte e le nostre valutazioni restano sul tavolo», ha ribadito al termine del vertice.
LE CARICHE
Riproponendo la questione dell'azzeramento delle cariche: «E' doveroso. Bisogna che eleggiamo la nostra classe dirigente con un sistema dal basso. Dobbiamo recuperare sui contenuti e domani pomeriggio faremo una grossa iniziativa proprio per parlare di questo, di come recuperare il contatto con gli elettori, e penetrare nei territori». Un confronto con il mondo del lavoro, da Confindustria a Confesercenti, che potrebbe ufficializzare la nascita della corrente di Fitto. Che conterebbe già su una cinquantina di parlamentari, 20 senatori e una trentina di deputati. Una mina che Berlusconi non intende innescare. E infatti, sull'uscio di Grazioli, ha invitato Fitto a pranzo, per continuare il confronto. E smussare ulteriormente gli spigoli. Quello che sta più a cuore all'ex Cavaliere, in questo momento, è tenere unito il partito, e mantenere dritta la barra del patto del Nazareno. Ieri pomeriggio, è tornato a ringraziare Denis Verdini, ribadendo che l'accordo con Renzi deve andare avanti «anche perché tra i suoi punti principali c'è quella dell'elezione del nuovo capo dello Stato», avrebbe detto. E avrebbe indicato come il 20 gennaio la data in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intenderebbe rassegnare le dimissioni. Fino ad allora, la priorità sarà mantenere il partito compatto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero