Davanti al tribunale del riesame di Firenze oggi il pm Christine von Borries ha reso nota l'esistenza di un falso verbale di assemblea per opporsi alla richiesta di...
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Dagostino è ai domiciliari dal 13 giugno per un filone dedicato a presunti reati fiscali, in particolare per accuse di evasione delle imposte sui redditi e dell'Iva legati a fatture false. Fatture emesse da sue società per operazioni che la procura ritiene inesistenti e che stima in un totale di circa 10 mln di euro in cinque anni. Su questo fronte, che ha portato Dagostino ai domiciliari, il suo difensore, avvocato Alessandro Traversi, ha presentato ricorso al riesame. E oggi, in udienza, chiedendo ai giudici la liberazione, ha sottolineato che si tratta di fatture ormai vecchie, del periodo 2012-2015, e che Dagostino ha comunque già attuato un "ravvedimento operoso" da 3,7 mln di euro con l'Agenzia delle Entrate per sanare la sua posizione fiscale. Inoltre, sempre la difesa, Dagostino ha incaricato uno studio tributario di integrare quel "ravvedimento" già oneroso con altri versamenti al fisco come risulti dovuto. Ma il pm von Borries, presente in udienza, non solo ha messo in evidenza la gravità dei reati fiscali contestati ma, riferendosi a un'altra inchiesta che lei stessa coordina e che coinvolge sempre Dagostino per la società Nikila Invest, ha svelato che la guardia di finanza durante intercettazioni del maggio scorso ha ricostruito che due professionisti, un commercialista e un avvocato tributarista, avevano redatto un verbale di assemblea della Nikila Invest con data retroattiva per giustificare un passaggio di denaro.
Riguardo al verbale falso, il pm ha fatto riferimento all'inchiesta per appropriazione indebita e autoriciclaggio che riguarda l'operazione immobiliare di Villa Banti a Firenze dove risultano indagati Dagostino e la compagna Ilaria Niccolai.
Il Messaggero