È cominciata con la messa di suffragio celebrata dall'arcivescovo di Trieste, mons. Giampaolo Crepaldi, la cerimonia solenne alla Foiba di Basovizza, sul carso...
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Prima della liturgia, hanno fatto il loro ingresso al monumento nazionale i Gonfaloni di Trieste e Muggia. Presenti anche quella della Regione Fvg e dei Comuni di Pordenone e Duino-Aurisina. Dopo la cerimonia dell'alzabandiera, sono state deposte corone commemorative davanti alla grande foiba per rendere onore ai martiri. Tra le istituzioni, presenti il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, la presidente della Regione Fvg, Debora Serracchiani, e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza.
Alla cerimonia anche il picchetto del reggimento «Piemonte Cavalleria 2», associazioni combattentistiche, sodalizi patriottici, una rappresentanza delle X Mas, rappresentanze legate agli esuli. Cinquecento - spiegano gli organizzatori - gli studenti provenienti da diversi istituti di Italia, che hanno aderito al progetto «Le tracce della memoria», promosso dal Comune di Trieste e dalla Lega nazionale. 800 le penne nere dell'Associazione nazionale alpini, di diverse sezioni.
«Mi dispiace molto anche del Presidente della Repubblica abbia utilizzato la questione dei martiri sul confine orientale per cercare di dare un'indicazione sull'attualità». Lo ha dichiarato nell'intervista video a Libero il candidato premier e presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Quello che è accaduto con le Foibe e con l'esodo Giuliano-Dalmata era un disegno di occupazione militare da parte dei partigiani comunisti del maresciallo Tito. Era un disegno di pulizia etnica da parte dei comunisti del maresciallo Tito contro gli italiani che volevano conquistare quelle terre, che hanno occupato Trieste per 40 giorni, che hanno fatto scomparire 17 mila persone in 40 giorni e hanno cacciato dalle loro terre e hanno rubato le loro case a 350 mila italiani. Quello non è nazionalismo: è un disegno di pulizia etnica di stampo comunista e le cose vanno chiamate col loro nome». «Mi dispiace che Mattarella, che è uomo che dovrebbe mantenere un equilibrio, si lasci portare in un revisionismo storico e sono rimasta molto male anche di vedere una ricostruzione storica molto parziale. Se ha fatto una cosa alla Napolitano? Assolutamente sì. Diciamo che ha fatto una cosa alla Napolitano».
Questo purtroppo è un Paese che ricorda a metà. Anzi, questo è un Paese che a volte dimentica, un Paese dove la storia spesso assume caratteri politici, ideologici, che non fanno bene alla verità. Oggi è la Giornata del Ricordo, che ci riporta alla memoria la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
«Il governo Berlusconi nel 2004 ha istituito il Giorno del Ricordo per non dimenticare gli italiani uccisi nelle foibe e le sofferenze patite dalle migliaia di connazionali costretti all'esodo. Peccato, che votarono contro Pisapia, Rizzo, Vendola...». Lo scrive su twitter Elio Vito, deputato di Forza Italia e responsabile della Consulta sicurezza del partito azzurro.
«È il giorno del ricordo di eventi, comunque legati alla storia del nostro Paese, e che costituiscono le fondamenta del nostro presente e del nostro futuro». Lo ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi a termine della cerimonia di commemorazione dei martiri delle foibe istriane e dell'esodo delle popolazioni giuliano-dalmate presso l'Altare della patria di piazza Venezia.
«Lo scandaloso striscione negazionista di Modena è la punta di un iceberg che riporta al passato più buio di questo Paese. Una vergogna per le vittime delle foibe. Inneggiare ad un dittatore assassino con tanto di simbolo di morte come quello comunista, che, purtroppo vedremo anche sulle schede elettorali, non può essere tollerato da un Paese civile. Le Istituzioni si facciano sentire e prendano i dovuti provvedimenti». Lo afferma Renata Polverini, deputato di Fi.
«Credo sia assolutamente giusto ricordare che ogni forma di nazionalismo, di persecuzione etnica porta al sangue e credo assolutamente giusto non scordare le vittime italiane di questa vicenda che è tra le pagine più tragiche della storia del nostro Paese e non può che formare uno degli elementi della nostra coscienza nazionale». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, intervenendo a margine di una manifestazione a Gorizia, commentando il Giorno del Ricordo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero