La Finlandia si prepara a espellere gli immigrati richiedenti asilo che sono sul proprio territorio. Il governo di Helsinki ha deciso di seguire l’esempio della vicina...
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Sempre nel 2015 la Finlandia ha cominciato a rendere più difficile la legalizzazione dei migranti in arrivo dal Medioriente, sottolineando come dopo questa decisione sia aumentata la sicurezza in molte aree del Paese. «Negli anni precedenti – ha continuato Nerg – il 60% dei richiedenti asilo ha ricevuto una risposta negativa. Per cui la situazione non è cambiata di molto. Solo che ora abbiamo reso più stringenti alcuni criteri per coloro che arrivano dall’Iraq, dall’Afghanistan e dalla Somalia».
Le autorità stanno pianificando la realizzazione di centri di transito in cui separare coloro che saranno rimpatriati da quelli che torneranno a casa su base volontaria. Le operazioni di rientro avverranno gradualmente, man mano che verranno esaminate le richieste d’asilo. Due voli charter sono già stati programmati con destinazione Iraq nei prossimi mesi, mentre già quattromila profughi hanno ritirato le proprie domande. Il governo, intanto, continua anche le negoziazioni con la Russia per bloccare l’arrivo di altri migranti nel Paese attraverso la regione antartica.
I paesi nord europei, dunque, lanciano un decisivo segnale di chiusura, completato dall’approvazione da parte della Danimarca martedì scorso di una riforma del diritto d’asilo che autorizza la confisca dei beni dei migranti e allunga da uno a tre anni i tempi per i ricongiungimenti familiari. Anche l’Olanda non ha nascosto la propria intenzione di rimandare in Turchia tutti i migranti che arrivano dalla Grecia. Insomma, è una situazione che può diventare esplosiva e aumentare la tensione tra i governi europei alle prese con il dibattito sul trattato di Schenghen. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero