Il disagio dovuto anche alla sua «notevole crescita in altezza» durante l’anno non ha convinto i giudici del Tar di Salerno a far sì che l’alunno...
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Giuseppe (lo chiameremo così perché la sua identità è coperta da «omissis») frequenta una scuola superiore salernitana. Concluso l’anno scolastico, i professori decidono per la sua bocciatura. E motivano scrivendo, tra l’altro, che l’alunno «ha frequentato le lezioni in modo discontinuo, accumulando un numero elevato di assenze e ritardi, partecipando alle attività didattiche in modo passivo e superficiale, utilizzando un metodo di studio inefficace».
I genitori sono di tutt’altra idea e chiedono ai giudici amministrativi di annullare il verbale degli insegnanti, sottolineando tra le altre cose, che lo studente abbia fatto «numerose assenze a causa di problemi fisici e psicologici dovuti al disagio tipico dei ragazzi in età compresa tra i 13 e i 18 anni, nonché dovuti a questioni familiari ed alla sua rapida e notevole crescita in altezza». Ma il Tar respinge il ricorso: il ragazzo dovrà ripetere l'anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero