È la porta d’accesso all’Italia più vicina alla costa francese, ed è per questo che la sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo (9-13...
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È ancora fresco il ricordo della strage parigina del Bataclan, ed è per questo che anche la minima segnalazione non può essere sottovalutata. Sanremo sarà “guardata a vista”, cercando di non compromettere lo spirito festaiolo che accompagna la manifestazione. Più sacrifici per tutti, ma anche maggiore garanzia di sicurezza. Saranno, dunque, tre o quattro i varchi di controllo collocati nelle vicinanze del Teatro Ariston, uno quasi certamente nella piazza a ridosso. Dei veri e propri cancelli che saranno presidiati giorno e notte dalle forze dell’ordine.
IL SOPRALLUOGO
La scorsa settimana il questore Leopoldo Laricchia ha effettuato un sopralluogo per verificare se ci fossero delle lacune nel dispositivo di sicurezza, e ha fatto controllare anche tutti i palazzi adiacenti alla “zona rossa”. Caratteristica del festival, infatti, è il flusso continuo di persone che si accalcano davanti al red carpet per incontrare gli ospiti famosi. E ogni angolo della città si trasforma in una platea per aspiranti cantanti o starlettine in cerca di visibilità. Per questa ragione, è stato stabilito che chi vorrà avvicinarsi al teatro dovrà essere perquisito e controllato con il rapiscan, compreso borse, zaini, valigie. Mentre l’acquisto dei biglietti per lo spettacolo, partito dal 12 gennaio, è garantito solo se per chi fornirà i propri dati personali. Il ticket, infatti, sarà nominativo e potrà essere ceduto solo dopo aver comunicato il nome di chi lo utilizzerà. All’ingresso, poi, si dovrà esibire un documento di identità, così come si fa già negli stadi.
I RISCHI
Gli esperti del Viminale spiegano che si tratta di misure di routine, ormai previste per ogni evento pubblico di grande richiamo. La nostra intelligence ribadisce che non esistono minacce concrete. È pur vero, però, che proprio da quelle zone potrebbe essere passato il fuggitivo numero uno della strage parigina, Salah Abdeslam. E che tra Nizza e Taggia sono indicate presenze di fondamentalisti che, sebbene conosciuti e monitorati dalle forze dell’ordine, potrebbero rappresentare un problema. Per questo i controlli al confine con la Francia sono stati intensificati, mentre gli uomini della Digos e del Ros hanno messo sotto osservazione la moschea più grande della Liguria, quella di Albenga.
Stesso clima a Venezia, nei giorni del Carnevale. Il prefetto ha disposto misure di sicurezza straordinarie con l’attivazione di cinque accessi in piazza San Marco suddivisa, per l’occasione, in quadranti. Nelle vicinanze è stato attivato un posto di blocco avanzato, una sorta di cabina di regia in stretto contatto con le centrali operative delle forze dell’ordine. E il ministero dell’Interno ha messo a disposizione ulteriori rinforzi di personale disponendo anche un servizio di vigilanza in borghese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero