L'olio extravergine non è extravergine. Non sempre, almeno. È una bugia quella che talvolta occhieggia dalle bottiglie allineate tra gli scaffali dei negozi e dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I carabinieri del Nas hanno prelevato dei campioni fra i prodotti in vendita, i laboratori dell'Agenzia delle Dogane li hanno analizzati e il responso è che, in alcuni casi, l'olio è di categoria inferiore. Meno pregiato, meno costoso, ma proposto agli acquirenti come se fosse il vero «oro verde». A un prezzo, dunque, superiore anche del 30/40%.
Guariniello ha iscritto nel registro degli indagati i nomi dei responsabili legali di sette aziende. I marchi interessati sono Carapelli, Santa Sabina, Bertolli, Coricelli, Sasso, Primadonna (nella versione confezionata per la Lidl) e Antica Badia (per Eurospin). Ma il capo della procura di Torino, Armando Spataro, avverte - con un comunicato ufficiale diffuso a poche ore dall'irruzione sul web della notizia sull'esistenza dell'inchiesta - che bisognerà «verificare la competenza territoriale».
Il magistrato valuterà anche «l'opportunità di co-assegnare a se stesso» il fascicolo. Nel frattempo l'inchiesta continua. È stata attivata l'intelligence delle Dogane, l'ufficio dell'agenzia che si occupa dell'analisi di dati e informazioni finalizzate alla prevenzione e repressione degli illeciti, mentre ai carabinieri del Nas è stato affidato il compito di risalire ai luoghi di origine delle olive. A fare scattare gli accertamenti è stata una segnalazione trasmessa a Palazzo di Giustizia da una rivista specializzata, «Il Test», che lo scorso maggio aveva dedicato all'argomento un articolo ben documentato.
«Il 2014 - spiega oggi il direttore del periodico, Riccardo Quintilli - è stato un anno orribile per la produzione di olio. E così siamo andati a vedere se qualche azienda aveva ceduto alla tentazione di comperarlo da altre parti. Ben 9 delle 20 bottiglie che avevamo fatto esaminare dal laboratorio di Roma delle Dogane erano state bocciate». Il punto è che «un olio per essere extravergine deve rispettare i parametri chimici previsti dalla normativa e superare il 'panel test', obbligatorio dal 1991, ovvero non riportare alcun difetto organolettico».
Squadre di esperti assaggiatori valutano poi sapore, colore, odore, aspetto. «Non è un problema di salute - precisa Quintilli - ma di correttezza nei confronti dei consumatori. Oltre che di prezzo». «Da mesi - dice il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - abbiamo rafforzato i controlli, soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014, il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro».
La Coldiretti denuncia il rischio di frodi «favorito dal record di importazioni: nel 2014 sono arrivate dall'estero 666 mila tonnellate di olio e sansa, più del 38% rispetto all'anno prima».
Il Messaggero