Su una truffa di quasi 5 milioni di euro si sono volatilizzati quasi 1,8 milioni per i quali la procura di Pisa ha chiesto e ottenuto un sequestro preventivo per equivalente...
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Gli inquirenti mantengono il riserbo totale sull'identità degli indagati, anche se si è appreso che tre di loro sono (o erano) appartenenti al Cnr pisano, mentre gli altri cinque sono i legali rappresentanti delle società con le quali venivano stipulate le convenzioni per attività di ricerca, in campo medico-sanitario, che secondo la procura in realtà non sono mai state eseguite. Complessivamente sono stati sottoposti a sequestro 17 immobili, di cui tredici abitazioni, tre garage/autorimesse e un ufficio, disponibilità finanziarie per un valore totale di circa 750 mila euro e due veicoli a copertura dell'importo di un 1.792.804 euro corrispondente all'illecito profitto derivante dalle condotte fraudolente perpetrate ai danni del Cnr. Di questi soldi, hanno spiegato gli investigatori, non vi è più traccia nonostante siano stati regolarmente erogati negli anni scorsi dall'amministrazione centrale del Consiglio nazionale delle ricerche, mentre il flusso di denaro degli altri tre milioni spesi per presunte ricerche è stato interamente ricostruito anche se la procura sospetta che siano stati pagati per progetti fraudolenti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero