Cresce la dimensione dello scandalo Facebook-Analytica, ossia dei profili del social media usati senza consenso dalla società inglese a fini elettorali, dalla Brexit alla...
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In Italia sono 214.134 gli utenti potenzialmente coinvolti nella vicenda. Lo rende noto il social network. Il dato si ricava sommando il numero le persone (57) che hanno istallato l'app di Aleksandr Kogan - il ricercatore di Cambridge Analytica - e gli amici potenzialmente impattati (214.077).
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Intanto il fondatore e numero uno di Facebook Mark Zuckerberg si scusa nuovamente per lo scandalo Cambridge Analitica in una conference call cui ha partecipato anche l'agenzia Ansa. «Un grande errore», «è un mio errore», ha detto il fondatore del social network, sottolineando che non basta che Facebook creda ai creatori di app quando sostengono che rispettano le norme. La nostra società, ha aggiunto, deve assicurarsi che lo facciano.
Le nuove rivelazioni sui profili usati senza cosenso arrivano nel giorno in cui è stata resa nota la data della testimonianza di Zuckerberg davanti alla commissione per il commercio e l'energia della Camera Usa. Zuckerberg, che si era detto pronto a deporre davanti al Congresso, verrà ascoltato l'11 aprile. Lo scandalo ha fatto finire il numero uno di Facebook nel mirino della Ue e delle autorità americane, di inserzionisti e utenti. Zuckerberg era già stato costretto a scusarsi pubblicamente, anche sui giornali britannici e americani, ma questo non aveva impedito la nascita di movimenti di boicottaggio del social media, con adesioni eccellenti, a partire da Elon Musk, che aveva cancellato l'account di Tesla e Space X.
Dopo aver ammesso di aver sbagliato, il ceo di Facebook aveva tentato di rilanciare promettendo un giro di vite per la tutela dei dati, in modo da rassicurare i due miliardi di persone che navigano sulla piattaforma social ma anche gli investitori. «Riusciremo a risolvere i problemi di Facebook, ma ci vorranno un pò di anni», aveva detto in una intervista rilasciata a Vox. «Mi piacerebbe poter risolvere la questione in tre o sei mesi, ma la realtà è che alcuni di questi problemi richiederanno un periodo di tempo più lungo», aveva spiegato, ricordando che «ci sono almeno 14 mila dipendenti che lavorano giorno e notte su questo, per rendere la piattaforma più sicura e per affrontare in maniera più efficace in futuro problemi come quello dell'interferenza russa nelle elezioni americane. La prime misure sono entrate in vigore oggi, con una serie di restrizioni, dalla piattaforma Instagram alla storia di chiamate e testi, dai gruppi al login Fb sino all'accesso dei dati a parti terze (data providers e partner categories). »Sappiamo che abbiamo altro lavoro da fare«, ha ammesso Schroepfer, assicurando che tutte le persone interessate dal caso Analytica saranno informate.
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Il Messaggero