Fabrizio Corona fa lo sciopero della fame: lo sfogo in una lettera a Verissimo

Fabrizio Corona
Fabrizio Corona è pronto a tutto. Anche allo sciopero della fame che ha già iniziato. «Sono disposto a sacrificare la mia vita. Sciopererò fino a quando...

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Fabrizio Corona è pronto a tutto. Anche allo sciopero della fame che ha già iniziato. «Sono disposto a sacrificare la mia vita. Sciopererò fino a quando non mi verrà fissata un’udienza nella quale verranno riconosciuti i miei diritti e la libertà che mi spetta». Con queste parole l'ex manager dei paparazzi, tuttora rinchiuso nel carcere di San Vittore, si prepara a un'altra battaglia decisiva della sua vita. Ha scritto una accorata lettera a Silvia Toffanin, conduttrice di Verissimo, dopo che lo scorso 13 settembre si è visto respingere dal magistrato di sorveglianza di Milano la sua richiesta d’affidamento in prova in una comunità.


Ecco il testo della lettera.
Ciao Silvia,
quello che mi hanno fatto questa volta è peggio di tutto quello che ho subito dal 2005. Troppo lungo per spiegartelo in una lettera, spero di poterlo fare al più presto di persona. Ora, per i miei principi e per insegnare a mio figlio che bisogna sempre lottare per l’ingiusta libertà negata, gli abusi di potere, le vendette e le vanità personali (che nulla hanno a che vedere con i procedimenti giuridici e la giustizia), sono disposto a sacrificare la mia vita.

Sciopererò fino a quando non mi verrà fissata un’udienza nella quale verranno riconosciuti i miei diritti e la libertà che mi spetta. Il giudice che mi ha assolto nelle motivazioni della sentenza già depositata e non letta dal magistrato di sorveglianza, dichiara che non sono un soggetto pericoloso, che non ho mai vissuto dei proventi dei reati e che non sono un delinquente professionale, anzi, che ho gestito bene la mia immagine.

Il magistrato di sorveglianza ha rigettato l’istanza senza aver letto niente di tutto quello che aveva richiesto (il giudice ndr), comprese le motivazioni della sentenza di giugno e comprese le motivazioni positive del carcere e di tutti gli operatori, dichiarando “scandalosamente” che sono un soggetto pericoloso e non merito - dopo un altro anno di galera - la libertà. Ovvero l’opposto del giudice.

Dove sta la verità? Sì io ho sbagliato, ma in passato, e ho già fatto il mio percorso per tornare libero, ma come dice Papa Francesco “Quando uno si macchia è difficile smacchiarsi”, specialmente per uno come me che è considerato il male assoluto, che deve essere eliminato per sempre.

Basta pregiudizi!!! Voglio tornare a fare il padre. Ne ho assolutamente diritto e mio figlio ha bisogno di me.
E io sono pronto a tutto, come sempre.


Con affetto
Fabrizio Corona
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Il Messaggero