Da Venezia a Zurigo per morire: 67enne sceglie l'eutanasia in una clinica svizzera

Da Venezia a Zurigo per morire: 67enne sceglie l'eutanasia in una clinica svizzera
Proprio come dj Fabo. Un veneziano di 67 anni, Loris Bertocco, malato da tempo, ha scelto di mettere fine alla propria vita chiedendo l'eutanasia. Il decesso è avvenuto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Proprio come dj Fabo. Un veneziano di 67 anni, Loris Bertocco, malato da tempo, ha scelto di mettere fine alla propria vita chiedendo l'eutanasia. Il decesso è avvenuto oggi in una clinica di Zurigo. A rendere nota la vicenda il sociologo veneziano Gianfranco Bettin, ricordando la figura dell'amico e collega, sottolineando che «era anche un convinto sostenitore delle proposte per una legge sul testamento biologico e sul fine vita in Italia». «Nato nel 1958 l'uomo - ricorda Bettin - all'età di 19 anni, nel 1977, era rimasto paralizzato a causa di un incidente stradale. Nel tempo, le lesioni gravissime subite e problemi successivi ne avevano peggiorato la condizione, aggravata da una progressiva perdita della vista che lo aveva infine reso cieco».


«Un uomo generoso e tenace, impegnato su molti fronti - ricorda Bettin - Animatore culturale fin da ragazzo, per decenni aveva condotto trasmissioni musicali e politico-culturali nelle radio libere venete. Ambientalista convinto, era stato tra i fondatori dei Verdi italiani e non aveva mai smesso di partecipare a lotte sia territoriali che di portata globale: contro il nucleare e i mutamenti climatici, per la riconversione ecologica, per la pace». «Il memoriale che ha lasciato e ci chiede di diffondere - conclude Bettin - ricostruisce il suo amore per la vita, la sua tribolazione, la sua lotta, la protesta per l'insufficiente assistenza che le persone come lui ricevono dalle istituzioni preposte. Parlava da tempo di questa sua scelta finale». 
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero