Etruria, Renzi: piano contro di me. Ma nel Pd sale la tensione

«Non siamo al complotto, ma l'assedio è evidente». Nella testa dei renziani che ieri hanno inondato social e agenzie con dichiarazioni a supporto della...

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«Non siamo al complotto, ma l'assedio è evidente». Nella testa dei renziani che ieri hanno inondato social e agenzie con dichiarazioni a supporto della Boschi, «un filo rosso lega la vicenda Consip a Banca d'Italia, passando per la magistratura e arrivando a Banca Etruria». Mesi di discussioni e accuse su Consip - fanno osservare - «sono terminate con la sospensione di due ufficiali dell'Arma dei Carabinieri accusati di aver taroccato i verbali delle intercettazioni» che dovevano accusare Renzi.


Ed ora Etruria. «Ma è mai possibile che tutti parlino dell'agenda Boschi e non dei veri scandali bancari?», continuano a chiedersi i più stretti collaboratori del segretario del Pd che ieri ha lasciato parlare i suoi occupandosi di Ilva e degli 80 euro che «ora piacciano anche alla Lega».

La sensazione di una morsa, iniziata a stringersi subito dopo la sconfitta referendaria, è forte nei ragionamenti dem di queste ore. Un fuoco da più parti e su un unico obiettivo che punta a «far saltare la leadership» renziana sul partito che guida il governo, e che probabilmente sosterrà anche il prossimo». Una sensazione cresciuta dopo il via-vai di auditi nella Commissione d'inchiesta. Più o meno tutti impegnati - sostengono - «a recitare lo stesso soggetto». Ieri è stata la volta dell'ex numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni che ieri, ai frequentatori del Nazareno, ha dato l'impressione di voler compensare «la sostanziale smentita della tesi contenuta nel libro di De Bortoli» con «l'antipatica» rivelazione di un mail inviatagli da Marco Carrai nella quale si chiede di sapere cosa intendesse fare Unicredit di Etruria. Un colpo basso al quale i renziani reagiscono sostenendo che «Carrai non c'entra niente con il Pd» e che Ghizzoni ha dato ragione alla Boschi perché ha chiesto solo informazioni «senza contare che «Ghizzoni ha spiegato che la due diligence di Unicredit su Etruria è cominciata prima, con Mediobanca, e non è frutto dell'incontro o di pressioni, come vuole far credere De Bortoli».

La mail di Carrai è però manna inaspettata per i pentastellati e d'opposizione che rievocano il giglio magico dove Carrai sta a Renzi, come la Boschi al segretario del Pd. Se non fosse che il finanziere si difende da solo e, «in veste di consulente» racconta di interloquire spesso con Ghizzoni e, in quel caso, per l'interesse di un suo cliente ad acquisire «Banca Federico Del Vecchio, storico istituto fiorentino di proprietà di Etruria». A conferma un articolo del 2015 pubblicato dal giornale online Lettera43, che proprio di ciò parla.

LA STRETTA
Con l'audizione di ieri si è consumata la settimana di passione di Maria Elena Boschi e di un Pd che sulla Commissione si immaginava tutto un altro film fatto di rimpallo di responsabilità tra Bankitalia e Consob su chi avrebbe dovuto controllare. Di manager pronti a sfilare col capo cosparso di cenere. Di banchieri pronti a fare i nomi di chi non ha restituito il denaro prestato. «Invece attaccano per la mail di Carrai che non c'entra nulla con il Pd e la Boschi perché fa invidia - sostiene il capogruppo del Pd Ettore Rosato - e pensano di indebolire lei e Renzi».
E' molto probabile che la prossima settimana lo scioglimento delle Camere, che verrà deciso dal capo dello Stato, metterà fine anche al lavoro della Commissione d'inchiesta che avrà poi tempo per scrivere una relazione sul lavoro svolto. Complice anche il Natale, la polvere dovrebbe abbassarsi non solo nella polemica da campagna elettorale, ma anche nel Pd. Nel partito la tensione continua ad essere alta. Ieri i parlamentari vicini al ministro Andrea Orlando sono tornati a chiedere una direzione nella quale discutere della questione banche. Anche se i diretti interessati negano, il rischio che si trasformi in nuovo processo alla Boschi spinge il segretario a prendere tempo e ad attendere il nuovo anno.


Sul futuro della sottosegretaria sono in molto ad interrogarsi nel Pd, ma il segretario non sembra intenzionato a voler rinunciare a colei che, sostiene una collega-parlamentare, «comincia a fare simpatia anche fuori dal Pd per tutti gli attacchi che sta ricevendo. Anche come donna».

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Il Messaggero