Turchia, Erdogan ci riprova: «Twitter evade le tasse»

Turchia, Erdogan ci riprova: «Twitter evade le tasse»
Recep Erdogan non ferma la sua battaglia contro i social network. Dopo aver perso davanti alla Corte Costituzionale, che ha obbligato il governo turco a rimuovere il blocco dei...

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Recep Erdogan non ferma la sua battaglia contro i social network. Dopo aver perso davanti alla Corte Costituzionale, che ha obbligato il governo turco a rimuovere il blocco dei cinguettii ordinato dal primo ministro, ora il sultano di Ankara attacca su un altro fronte, accusando Twitter di evasione fiscale.




Guerra alla rete. Nel mirino del premier c'è sempre la rete, finita nelle ire di Erdogan per aver fatto da 'amplificatore' alla tangentopoli turca, diffondendo intercettazioni e indiscrezioni che hanno coinvolto l'entourage più stretto - figlio compreso - del primo ministro nello scandalo corruzione.



I precedenti. «Twitter, YouTube e Facebook sono aziende internazionali create per realizzare un profitto», ha esordito oggi Erdogan in un discorso alla televisione, sottolineando che «Twitter è anche un evasore fiscale: ci occuperemo di questo», ha minacciato senza nascondere nuove possibili ritorsioni contro il sito di microblogging. Una campagna, quella contro i social network, che va avanti da settimane. Erdogan aveva ordinato all'autorità per le telecomunicazioni di 'spegnere' l'accesso ai siti il 20 marzo scorso dopo che in rete erano state diffuse intercettazioni di telefonate con il figlio che lo 'incastravano' nel pieno coinvolgimento nello scandalo corruzione.



Le polemiche. Un ordine che aveva scatenato una valanga di polemiche interne ma anche internazionali, con prese di posizione anche degli alleati della Nato e delle organizzazioni a difesa dei diritti umani che non avevano tardato a segnalare il caso come un intralcio al già complicato percorso di avvicinamento della Turchia all'Ue. Il divieto di Erdogan era stato poi sconfessato dalla Corte Costituzionale di Ankara che, il 3 aprile, ha stabilito che lo stop ai social rappresentava una violazione del diritto alla libertà di espressione, imponendo la rimozione del divieto.



Avanti tutta. Erdogan, nonostante gli scandali, le accuse di corruzione e prese di posizione da molti bollate come autoritarie, sembra comunque puntare con decisione alla presidenza. E dopo aver trionfato alle amministrative del 30 marzo scorso, si prepara a scalare il colle più alto della politica turca, quello di Cankaya ad Ankara, che ospita il palazzo presidenziale. L'elezione del nuovo capo dello stato, per la prima volta a suffragio universale diretto, si terrà ad agosto. E nessuno dubita in Turchia che Erdogan sarà candidato alla successione del compagno di partito Abdullah Gul mentre i sondaggi e soprattutto le urne dimostrano che scandali, accuse di autoritarismo e corruzione, le telefonate con il figlio Bilal per 'fare sparirè da casa milioni di euro uscite su internet, il blocco di Twitter e YouTube, non hanno avuto alcun effetto sul suo elettorato.
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Il Messaggero