Ercolano, cede il tetto nella Casa dell'Atrio Corinzio per il maltempo

Ercolano, crolla tetto della Casa dell'Atrio Corinzio
Emergenza maltempo: divelta la copertura della preziosa domus dell'Atrio Corinzio agli scavi di Ercolano. Le raffiche di vento dei giorni scorsi hanno fatto crollare le travi...

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Emergenza maltempo: divelta la copertura della preziosa domus dell'Atrio Corinzio agli scavi di Ercolano. Le raffiche di vento dei giorni scorsi hanno fatto crollare le travi in legno che dal muro esterno del peristilio poggiavano sulle quattro colonne dell’antica dimora ercolanese. Ad accorgersi del crollo è stato il custode in servizio venerdì mattina alle 7 e 30.




Come accade per gli scavi di Pompei, anche ad Ercolano il cedimento delle travi, che hanno un peso elevato, è, dunque, avvenuto di notte a scavi chiusi. Anche in questo caso la fortuna ha fatto si che non si consumasse una tragedia: i turisti potevano rimanere feriti se il crollo fosse avvenuto durante gli orari di visita. Eppure il sito archeologico di Ercolano è l’orgoglio in fatto di manutenzioni e restauro del patrimonio culturale vesuviano. Sedici chilometri da Pompei, stessa Soprintendenza ma altra musica nella conservazione e negli interventi di restauro: l'antica Ercolano è oggetto di studio come best practice nella gestione delle aree archeologiche.



Merito di un mecenate: David W. Packard, figlio del cofondatore del colosso dell'informatica Hp e presidente del “Packard humanities institute”, fondazione senza scopo di lucro con sede in California che contribuisce alla conservazione del patrimonio storico, archeologico e cinematografico.



Per l'antica città ha investito 16 milioni in dieci anni, partnership che si appresta a rinnovare. Una circostanza fortuita ha fatto sì che a beneficiare della generosità del milionario fosse Ercolano. Prima del “miracolo” Packard, per il degrado in cui versava il sito, due terzi dell'area non erano visitabili. Packard si muove: nel 2001, da un protocollo tra la fondazione che gli fa capo e la Soprintendenza pompeiana, nasce l'Hcp, tre anni più tardi il salto di qualità. Inizia una collaborazione tra Packard, Soprintendenza e Accademia britannica che dà lavoro a un gruppo interdisciplinare di specialisti e a imprese prevalentemente italiane. Il modello funziona: la supervisione delle attività è curata da un Comitato che fa capo alla Soprintendenza. Le coperture degli edifici nell'80 per cento dei casi sono state riparate o sostituite. Eppure una di queste coperture, fresche di restauro, ha ceduto rischiando di colpire i visitatori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero