Emiliano: battuta su Xylella dimostra che Renzi disprezza il Sud

Emiliano: battuta su Xylella dimostra che Renzi disprezza il Sud
«Scherzare come un bimbo sulla Xylella che sta distruggendo i nostri ulivi, dà la misura di quanto Renzi disprezzi la Puglia e il Mezzogiorno, al punto di...

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«Scherzare come un bimbo sulla Xylella che sta distruggendo i nostri ulivi, dà la misura di quanto Renzi disprezzi la Puglia e il Mezzogiorno, al punto di sbeffeggiarli con riferimento a una vicenda politica nella quale non risulta che alcun pugliese abbia avuto ruolo nella drammatica mancata elezione di Prodi alla presidenza della Repubblica». Così il presidente della Regione Puglia e candidato alla segreteria del Pd, Michele Emiliano, commenta in una nota le dichiarazioni di Matteo Renzi al Lingotto. Nella sua convention torinese Renzi ha detto, tra l'altro, che sente «passaggi di apoteosi sull'Ulivo da chi ha contribuito a concludere anticipatamente l'esperienza di governo di Prodi», da persone che «nel curriculum possono dire di essere esperti di Xylella non di Ulivo». 


Per Emiliano, «sbeffeggiare con battute infelici e ad effetto gli olivicoltori e le comunità pugliesi che stanno lottando per difendere la propria terra, è il segno del vuoto cosmico di un uomo e di una mozione congressuale che allude sempre a sentimenti torvi e complottisti in perfetto stile machiavellico, anche quando si trova di fronte a sfide politiche che dovrebbero partire dalla autocritica vera, e non di facciata, di mille giorni di governo nei quali è stato completamente disperso un patrimonio di credibilità del Pd, che potrà essere rimediato solo a patto di chiudere la parentesi renziana attraverso le primarie del 30 aprile». «Questa invettiva sul batterio della Xylella - aggiunge Emiliano - fa il paio con i dispetti contro le banche pugliesi, contro la città di Taranto e la salute dei nostri bambini, contro le spiagge salentine minacciate dai gasdotti».


«Aveva detto - prosegue il governatore riferendosi a Renzi - che aveva recuperato 1,3 miliardi di euro per la città di Taranto, vendendosi queste balle nel finale della campagna referendaria, addirittura anticipando l'esito di alcuni patteggiamenti tra le Procura di Taranto e di Milano con le società di proprietà della famiglia Riva. Erano balle - rileva Emiliano - confermate dai giudici che hanno rigettato le richieste di patteggiamento ritenendole insufficienti a sanzionare la gravità dei danni e delle condotte di reato. Ma nel frattempo, pur di fare una diretta Facebook - conclude il governatore pugliese - l'allora presidente del Consiglio non aveva esitato a vendersi queste come cose già fatte dal suo governo». 



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Il Messaggero