Il coordinatore del servizio d’elisoccorso della Calabria e responsabile del servizio “118” dell’Asp di Catanzaro Eliseo Ciccone, il dirigente di settore...
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I mandati di cattura sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale della “città dei tre colli” su richiesta del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del pm Vito Valerio.
Al centro dell’operazione “La Punta” della Procura del capoluogo calabrese, guidata da Nicola Gratteri, la gara per l’assegnazione del servizio d’elisoccorso da parte della stessa Azienda sanitaria provinciale catanzarese, con indebita agevolazione proprio della Babcock: i quattro risponderanno di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte dell’Ente pubblico a favore della stessa multinazionale, rispetto a un appalto per il servizio d’elisoccorso sanitario Hems (Helicopter emergency medical service) dal controvalore di cento milioni di euro. Un servizio già in precedenza gestito dall’ex Aviation Italia.
Dalle indagini emergono gli «accordi collusivi» mirati ad alterare proprio il contenuto del capitolato tecnico. Ciccone e Lopresti avevano incontri continui coi manager Babcock Mazzei e Bertola, finalizzati ad allestire, ritengono gli inquirenti, un “bando su misura” in base ai requisiti espressamente richiesti dai rappresentanti della multinazionale, dietro il pagamento di tangenti.
Meeting tutti regolarmente filmati e documentati dai finanzieri e che avevano luogo in uffici pubblici e privati, nelle rispettive abitazioni degli arrestati, persino – singolarmente – nelle aree di servizio.
Cruciale il ruolo di Lopresti, che coordinava il gruppo di lavoro incaricato di predisporre il capitolato tecnico della gara d’appalto per l’elisoccorso alla Stazione unica appaltante e, al contempo, presiedeva la Commissione di valutazione delle candidature presentate per la figura di tecnico esperto aeronautico: incarico appositamente attribuito non al candidato più meritevole, ma a un soggetto “vicino” alla Babcock.
La 26enne segretaria di Bertola, l’assistente commerciale della Babcock Sara Corideo, indagata a piede libero, avrebbe invece gestito tutti i passaggi necessari ad assicurare la partecipazione della società alle diverse gare d’appalto.
Al di là delle misure cautelari, numerose perquisizioni – anche negli uffici presso due sedi lombarde Babcock di Monica Mazzei e Leano Bertola, quello che alla dirigente più alta in grado diceva: «Se devo far uscire una gara deve uscire, cioè...non ci scappa la cosa...» – hanno permesso ai militari d’acquisire preziosi documenti, pc e smartphone.
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Il Messaggero