Elezioni, Vaticano e Cei guardano con fiducia al ruolo di Mattarella

Elezioni, Vaticano e Cei guardano con fiducia al ruolo di Mattarella
Città del Vaticano - In Vaticano si preferisce non commentare il voto anche se si guarda con fiducia il lavoro che spetterà nei prossimi giorni al...

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Città del Vaticano - In Vaticano si preferisce non commentare il voto anche se si guarda con fiducia il lavoro che spetterà nei prossimi giorni al Colle. «Italia senza maggioranza» è il titolo dell'Osservatore Romano che nella sua cronaca politica segnala che «sul fronte internazionale, il portavoce della Commissione europea ha sottolineato che Bruxelles ha espresso «fiducia nella capacità' del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di facilitare la formazione di un governo stabile in Italia». Il quotidiano vaticano riporta i risultati che sono usciti dalle urne ma evita di sbilanciarsi a dare giudizi su un aspetto o l’altro. Tuttavia ma definisce «netto» il calo per il centrosinistra, che registra il crollo del Partito democratico sceso ben al sotto della soglia del 20 per cento. «Sulla carta una maggioranza stabile non c'è. Questo il principale verdetto delle elezioni politiche italiane che si sono svolte ieri. Spetta ora al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, decidere, sulla base di questi risultati, a chi affidare il mandato, presumibilmente esplorativo, per formare il governo».


Scarsità di commenti anche sul fronte della Cei dove, attraverso il Sir, l’agenzia dei vescovi, filtra un'unica riflessione affidata al politologo Paolo Pombeni: «a meno di colpi di scena imprevedibili, mi pare che si possano considerare due ipotesi di fondo: quella di un governo di minoranza oppure, lo si chiami come si vuole, quella di un governo di tregua. Nel primo caso si tratterebbe di un governo della coalizione con il maggiore numero dei voti, il centro-destra, che in nome dell'esigenza di non lasciare il Paese senza un governo potrebbe avere l'appoggio esterno momentaneo di un altro partito. E realisticamente non potrebbe che essere il Pd. Il quale, però, porrebbe delle condizioni: per esempio, che non sia Salvini a guidare l'esecutivo e che quest'ultimo non abbia una colorazione politica troppo forte».


Nessun giudizio da parte dei vescovi nemmeno sull’exploit di Salvini che si prende praticamente tutto il Nord anche se nei giorni scorsi non erano mancati toni assai polemici da parte del segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino che aveva criticato il leader leghista perché aveva esibito alla manifestazione di Milano il Vangelo e il rosario. Salvini non se l’era presa ma aveva ribattuto . «Se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro - replica il leghista - io vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa».
 
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Il Messaggero