Elezioni, tentazione Lotito e "Viperetta": candidarsi con i centristi di Cesa

Elezioni, tentazione Lotito e "Viperetta": candidarsi con i centristi di Cesa
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ROMA Non Votantonio, Votantonio. Ma Votaclaudio, Votaclaudio. Claudio chi? Lotito. Da biancoceleste ad azzurro, come la Dc di Cesa sponsorizzata da Berlusconi. Insomma il presidente della Lazio - che già a suo tempo l'amico Silvio voleva candidare a sindaco di Roma all'indomani delle dimissioni di Ignazio Marino - è in predicato di candidarsi nella quarta gamba del centrodestra, ossia nell'aggregazione scudocrociata di Noi con l'Italia (con in aggiunta nel logo la parola democristianissima Libertas).


CALCIO E TV
Quella volpe di Lorenzo Cesa ha fatto un colpaccio, ammesso che la candidatura vada davvero in porto e che sbaglino quelli che scrivono sui social: «Non lo voteranno né i laziali né i romanisti». Ma i campani forse sì. Perché per Lotito, presidente anche della Salernitana, ci sarebbe un posto nel listino proporzionale proprio in Campania. O alla Camera o al Senato. Ma lui è disposto ad accettare? Chi lo conosce sostiene che sarebbe tentato. Anche se per lui c'è in ballo pure la candidatura alla guida della Federazione calcio. E comunque lo scudo crociato si dà al pallone non solo sul versante laziale. Dovrebbe scendere in campo nel partitino di Cesa, il quale ha deciso di puntare su personaggi nazional-popolari, anche Er Viperetta. Votaervipera, Votaervipera significherà scegliere come parlamentare il romanissimo presidente della Sampdoria, nella cui maglia sociale oltretutto uno scudo crociato già c'è.

Comunque Massimo Ferrero - il cui cognome somiglia a quello di Paola Ferrari, la giornalista sportiva moglie di Marco De Benedetti sempre impegnata a destra e probabilmente ora in lista a sua volta con Cesa - ieri avvolto in una sciarpona azzurra e scapigliatissimo era alla convention di lancio di Noi con l'Italia. E nel suo slang ha detto: «Se potessi fare qualcosa per questa nostra Italia che adoro... Perché no?». Sembra che gli vada assai di buttarsi in politica al Viperetta. S'aggira come uno di loro in mezzo a dirigenti Dc di vecchio corso, a notabili antichi, a figure di atavica razza balenabianca per lo più meridionale ma anche no - vedi Lupi e Formigoni - del tipo: il calabrese Mario Tassone (segretario del partito di Cesa), l'ex demitiano Peppino Gargani, o ministro Cirino Pomicino. A cui uno chiede «poi voi insieme a Berlusconi farete il governo con Renzi?» e lui di fatto risponde di sì (anche se arriverà la rettifica): «Nella Prima Repubblica facevamo i governi con il Pci che era guidato da Breznev!». Una folla pienissima di democristiani così. E il Viperetta ci sguazza: «So' venuto soltanto a prendere il mio amico Pino». Cioè Galati, parlamentare calabrese di centrodestra. E ancora Viperetta: «Berlusconi? Un grandissimo che darà ancora molto all'Italia e si prenderà la sua rivincita». Poi aggiunge: «Montecitorio? Mo' con Galati andiamo in Spagna a vederci una partita». Segue paragone con il bomber doriano: «Il nostro Quagliarella è Cesa».

Il quale, tra Saverio Romano e Raffaele Fitto e tanti altri centristi alla riscossa, è gongolante. Si è certi di superare il 3 per cento e forse di arrivare al 6. Alcuni forti acchiappavoti al Sud comunque non mancano a questa aggregazione, di cui fanno parte anche con Enrico Costa, l'ex leghista Tosi, l'ex montiano Zanetti e via dicendo.

PIAZZA DEL GESU'

La sede romana dei nuovi scudocrociati è vicino - guarda un po' - a Piazza del Gesù. Ma Cesa invece di citare Moro cita il Mahatma Gandhi parlando di «libertà e democrazia». E il pallone? Lo porterà Lotito, che è dato in arrivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero