M5S, senza alleanze e senza maggioritario Grillo in affanno

Grillo (Ansa)
Anche se non si sa ancora bene con quale sistema elettorale andremo a votare alle elezioni politiche, il meccanismo che elegge i sindaci ha una storia tutta sua che piace agli...

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Anche se non si sa ancora bene con quale sistema elettorale andremo a votare alle elezioni politiche, il meccanismo che elegge i sindaci ha una storia tutta sua che piace agli italiani e che, dopo i ballottaggi, permette di sapere chi governerà. 


In tutte le città più grandi dove si è votato domenica scorsa gli elettori una cosa precisa l'hanno già detta: non vogliono essere governati dai grillini. Chiunque può andare bene, ma non solo il M5S. Meglio il non voto, come dimostra la bassa  percentuale dei votanti destinata a scendere ancora tra quindici giorni. 

Trasferire i risultati di ieri sul piano nazionale sarebbe un errore, ma consultare 5-6 milioni di elettori sui nove aventi diritto, ha certamente un valore superiore ad un sondaggio. Specie se è l'unico vero sondaggio prima del voto politico del prossimo anno. I grillini non brillano, ma la 'colpa' è anche del sistema elettorale amministrativo che premia le coalizioni. Il M5S non si allea per statuto e scelta politica e, visto il meccanismo elettorale vigente nei comuni, parte svantaggiato rispetto a Pd e Fi che non solo stringono alleanze, ma le modulano anche a costo di dover rinunciare al proprio simbolo. 

Perso quel vantaggio che all'inizio hanno sempre gli outsider, i grillini devono ora iniziare a misurarsi con la politica e con i cittadini che solitamente testano partiti e leader prima sul piano local. Alla luce di quanto è accaduto ieri risulta anche un po' sorprendente lo strappo compiuto proprio dai grillini pochi giorni fa sul sistema tedesco che avrebbe permesso al M5S di far correre da soli anche Pd e FI molto di più di quanto probabilmente accadrà con i due sistemi elettorali vigenti, frutto di due sentenze della Consulta. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero