Tanta overdose di antifascismo, nel vuoto di programmi e di visioni, in questa campagna elettorale. C'è l'antifascismo violento, quello che ha colpito - vendetta...
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Con tutti questi antifascismi, l'antifascismo violento o antifascismo militante, come veniva chiamato un tempo, non c'entra nulla perché questo è un fenomeno delinquenziale, mentre gli altri antifascismi sono un fenomeno politico e propagandistici. Ma certe osservazioni di Pier Paolo Pasolini, del 1974, valgono per tutto ciò che sta accadendo: "Vedo un antifascismo liturgico, folkloristico e fumettistico, in assenza palese e conclamata di fascismo". E ancora: "Esiste oggi una forma di antifascismo archeologico, che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale. Si tratta di un antifascismo facile, che ha per oggetto ed obiettivo un fascismo arcaico che non esiste più e che non esisterà mai più. Ecco perché buona parte dell’antifascismo di oggi, o almeno di quello che viene chiamato antifascismo, o è ingenuo e stupido o è pretestuoso e in malafede: perché dà battaglia o finge di dar battaglia ad un fenomeno morto e sepolto, archeologico appunto, che non può più far paura a nessuno. Insomma, un antifascismo di tutto comodo e di tutto riposo”. Come recensore dell'attuale campagna elettorale, PPP sembra irraggiungibile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero