Sono “scoperti” per decine di miliardi i programmi economici dei partiti che chiedono il voto degli italiani il 4 marzo. Le ricette sono diverse, anche se non mancano...
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In generale, la prosecuzione della spending e della lotta all’evasione fanno parte del programma di tutti i partiti, ma anche in questo caso le indicazioni sono scarsamente analitiche e anche per questo risultano insufficienti. Un altro filone a cui si fa ricorso è l’allentamento degli attuali vincoli europei di bilancio. Il Pd, che originariamente aveva ipotizzato il ritorno a Maastricht, ovvero lasciar correre il rapporto deficit/Pil fino alla soglia del 3%, ragiona ora su obiettivi “meno ambiziosi” per l’avanzo primario (il saldo di bilancio che non tiene conto degli interessi sul debito pubblico). Molto più vago sul punto il programma di M5S che il 3% si dice intenzionato a superarlo. Ma al di là dei vincoli europei il governo che ci sarà dovrà tenere d’occhio il debito pubblico, sul quale si scaricherebbe il peso delle promesse. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero