«Elena Ceste non è stata uccisa, ho le prove». Questo è quello che afferma Ursula Franco, il medico chirurgo consulente dei difensori di Michele Buoninconti, il marito della...
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In una intervista a Il Tempo la donna sostiene ci siano sufficienti informazioni per dimostrare che quello di Elena sia stato un allontanamento volontario.
Sulle intercettazioni al marito Michele, che lo dipingono come un padre padrone specifica il suo punto di vista, sostenendo che vanno contestualizzate al momento in cui sono state fatte. L'uomo aveva scoperto delle conversazioni della moglie con altri uomini e parlava come un uomo ferito e tormentato dai media.
La consulente aggiunge che l'aver ritrovato il corpo della donna così vicino alla sua abitazione ha un significato ben preciso. Se Michele avesse ucciso Elena al suo ritorno dal paese come contestatogli dall’accusa, prima di dare l’allarme, egli avrebbe potuto prendersi tutto il tempo possibile, almeno fino al ritorno dei bambini dalla scuola. Perchè quindi Buoninconti avrebbe dovuto rischiare tanto?
Sembra essere, il perito, sempre più convinto che la donna soffrisse di delirio persecutorio e di psicosi, allucinazioni che spiegherebbero anche i suoi atteggiamenti, come quello di essersi spogliata in giardino in pieno inverno. La tesi sostenuta è che sia caduta esausta a pochi metri da casa e si sia addormentata morendo poi per assideramento. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero