Dirottò volo Egyptair a Cipro: «Volevo denunciare torture, ero in cella accanto a Regeni»

L'uomo arrestato a Cipro il 29 marzo per aver dirottato un volo Egyptair, Seif Eddin Mustafa, non lo fece per rivedere la ex moglie, come si apprese nell'immediato, ma per...

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L'uomo arrestato a Cipro il 29 marzo per aver dirottato un volo Egyptair, Seif Eddin Mustafa, non lo fece per rivedere la ex moglie, come si apprese nell'immediato, ma per «ragioni politiche», e cioè denunciare le torture subite in carcere in Egitto. Lo scrive oggi il sito del quotidiano francese Libèration, citando l'avvocato cipriota dell'uomo, Roberto Vrahimi. Mustafa, scrive il giornale, sostiene di essere stato imprigionato in una cella vicina a quella di Giulio Regeni, il ricercatore italiano torturato e ucciso a fine gennaio al Cairo, e di averlo visto tornare in cella proprio dopo aver subito le torture. Secondo Doros Polykarpou, dell'organizzazione Kisa che sostiene la richiesta d'asilo di Mustafa, «l'uomo voleva andare in Italia» per denunciare gli abusi delle carceri di Al Sisi, ma non è chiaro - scrive Libèration - se volesse evocare proprio il caso di Regeni.


«Il pilota riteneva che non ci fosse abbastanza carburante (per arrivare in Italia, ndr) e di dover atterrare subito. Il suo ritorno a Cipro, tanti anni dopo il divorzio, è un caso sfortunato. La lettera di sette pagine che ha consegnato prima di arrendersi non aveva nulla a che fare con la ex moglie», ha aggiunto Polykarpou. «Quest'uomo è già stato torturato. Sa che se dovesse tornare in Egitto non ne uscirebbe», ha insistito l'avvocato ricordando che il suo cliente ha ancora diverse costole rotte dopo le percosse subite in carcere in Egitto.
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Il Messaggero