Dall'esplosivo sul volo Metrojet al dirottatore dell'Egyptair: sotto accusa i controlli negli aeroporti egiziani

Dall'esplosivo sul volo Metrojet al dirottatore dell'Egyptair: sotto accusa i controlli negli aeroporti egiziani
Cosa succede negli aeroporti egiziani? I controlli della sicurezza sono rigorosi come dovrebbero essere in un paese che trova sotto minaccia del terrorismo? Sono domande che...

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Cosa succede negli aeroporti egiziani? I controlli della sicurezza sono rigorosi come dovrebbero essere in un paese che trova sotto minaccia del terrorismo? Sono domande che tornano di attualità al termine del dirottamento del volo Egyptair decollato da Alessandria e diretto al Cairo.


C'è un precedente molto più grave che costò la vita a 224 persone: il 31 ottobre scorso, l'Aribus 321 della compagnia russa Metrojet decollò sempre dall'Egitto, da Sharm El Sheikh e precipitò nella penisola del Sinai. Le prime indagini hanno reso concreta l'ipotesi che l'aereo fosse esploso in volo e secondo le autorità russe si è trattato di un'azione terroristica: qualcuno aveva introdotto all'interno dell'aereo un rudimentale ordigno. Successivamente c'è stata anche la rivendicazione dell'Isis. Secondo un'inchiesta della Reuters, a mettere la bomba sull'Airbus fu un meccanico dell'Egyptair, prima del decollo. Una tesi, va detto, sempre negata dalle autorità egiziana che non credono all'ipotesi dell'esplosione in volo, ma sostenuta con forza dai russi. Resta la domanda: all'aeroporto di Sharm El Sheickun meccanico infedele ha davvero messo una bomba a bordo di un aereo? Nei giorni successivi l'Economist ha pubblicato un'inchiesta sulle carenze dei controlli degli aeroporti africani in genere, non solo quelli egiziani.

Si arriva al caso di questa mattina: davvero il dirottatore aveva  dell'esplosivo? Se sì, come mai è riuscito a farlo passare dai controlli sicurezza dell'aeroporto di Alessandria? Le autorità egiziane negano che in realtà l'uomo avesse dell'esplosivo. Nel corso della conferenza stampa le autorità cipriote hanno confermato che il dirottatore non aveva una bomba.  Ma per convincere l'equipaggio a cambiare rotta e ad atterrare a Larnaca, l'uomo, per quanto squilibrato, doveva avere degli oggetti che quanto meno simulassero il possesso di un ordigno. Come mai i metal detector non li hanno rilevati? Come mai è entrata a bordo una finta cintura esplosiva?


L'ultima domanda è più generale ed è collegata al sistema di chiusura automatica della porta della cabina che deve servire a bloccare l'intrusione di un eventuale terrorista, di cui tanto si è parlato in seguito al caso del volo Germanwings. Come ha fatto il dirottatore a convincere l'equipaggio ad aprire la porta della cabina? Ancora da confermare, infine, la presenza a bordo di un operatore della sicurezza, una sorta di guardia giurata, della compagnia aerea. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero