L'Arabic Network for Human Rights Information (Anhri) ha denunciato un blitz all'alba delle forze di sicurezza egiziane nell'abitazione della famiglia di Wael Abbas,...
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Le autorità egiziane portano avanti la loro campagna di polizia per mettere a tacere tutte le voci critiche», afferma la nota dell'Anhri, che denuncia quello che considera un «sequestro» e ricorda come Wael Abbas «sia stato vittima di diversi casi inventati ad arte durante il regime dell'ex dittatore Hosni Mubarak». Sinora nessun commento è arrivato dalle autorità egiziane. Wael Abbas è noto per aver denunciato violenze, soprusi e torture da parte della polizia egiziana. Nel 2011, poco dopo la rivoluzione contro il regime di Mubarak, Wael Abbas era stato anche in Italia per far sentire la sua voce ed esprimere il suo sogno di un Egitto «democratico». Dal 2013, dalla destituzione del presidente Mohamed Morsi, nell'Egitto del presidente Abdel Fattah al-Sisi sono stati arrestati centinaia di oppositori. E Wael Abbas era nel mirino: i suoi account Twitter, YouTube e Facebook sono stati bloccati a più riprese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero