Il Cairo, bomba esplode vicino a un posto di blocco: uccisi 6 poliziotti, 3 feriti

Il Cairo, bomba esplode vicino a un posto di blocco: uccisi 6 poliziotti, 3 feriti
È di almeno sei poliziotti uccisi e di tre rimasti feriti il bilancio dell'esplosione di un ordigno al Cairo, in Egitto. Secondo il sito quotidiano governativo...

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È di almeno sei poliziotti uccisi e di tre rimasti feriti il bilancio dell'esplosione di un ordigno al Cairo, in Egitto. Secondo il sito quotidiano governativo al-Ahram, la bomba era stata collocata in un bidone della spazzatura vicino a un check-point allestito dalle forze di sicurezza lungo via al-Haram, la strada del quartiere di Giza che conduce alle piramidi. Nell'esplosione almeno quattro civili sono rimasti feriti.

 

L'attacco, nelle vicinanze di un edificio governativo in un quartiere abitato dalla classe media del Cairo, per il momento non è stato rivendicato. Tuttavia potrebbe trattarsi dell'ultimo di una lunga serie di attentati contro le forze di sicurezza per mano degli islamisti.

Non è chiaro se i poliziotti fossero all'interno della loro auto o nei pressi della vettura quando è esploso l'ordigno: i testimoni parlano di una scena raccapricciante. «È stata una carneficina - ha raccontato Ahmed Al-Deeb - Gli agenti morti o in agonia erano distesi attorno alla loro auto. A uno di loro i frammenti dell'ordigno avevano trafitto il petto, altri due avevano perso le gambe».

Centinaia di soldati e poliziotti sono stati uccisi nel corso della rivolta islamista guidata dallo Stato islamico nella penisola del Sinai. Gli attacchi si sono intensificati dopo la destituzione, con il colpo di Stato del 3 luglio 2013, dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi, leader dei Fratelli Musulmani: l'organizzazione, illegale ai tempi del dittatore Hosni Mubarak, dopo le rivolte popolari del 2011 uscì dalla clandestinità per poi essere messa nuovamente fuori legge con l’arrivo al potere del maresciallo Abdel Fattah al Sisi. Giudici, poliziotti e alti funzionari sono finiti nel mirino degli islamisti per le lunghe pene detentive inflitte agli esponenti dell'organizzazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero